Produzioni ragazzi

con il sostegno di

Regione Emilia Romagna

Ministero della Cultura

Don & Sancio

con Mario Aroldi e Mario Mascitelli

regia Mario Mascitelli

Assistenti alla regia Martina Manzini e Silvia Santospirito

Donatello, per tutti Don, è un bizzarro signore che soffre di attacchi di amnesia che spesso gli fanno dimenticare non solo chi sia ma anche l’epoca e le persone con cui vive. A tutto questo si aggiunge un altro malessere che lo porta, alcune volte, ad addormentarsi improvvisamente. Questa malattia si chiama narcolessia e ti spegne come con un interruttore per farti cadere in un sonno improvviso.

Per fortuna di Don, vicino a lui c’è sempre il suo amico Sandro che tutti chiamano Sancio perché adora mangiare. Sandro sta accompagnando il suo amico Donatello in una clinica (in Spagna) dove possano, se non guarirlo, almeno curarlo per farlo star meglio. Ma durante questo viaggio, Donatello si risveglierà più volte pensando di essere un cavaliere errante in missione col suo fido scudiero e affronterà battaglie e missioni per onorare l’amore che porta per la sua adorata Delizia dolce come lo zucchero tanto da farla chiamare Dulcinea. Come finirà quest’ultima avventura del cavaliere errante?

Continua la ricerca, da parte del Teatro del Cerchio, di confrontare classici per ragazzi (Don Quixote) con testi teatrali per adulti (Enrico IV di Pirandello). Qui la follia e la finzione si intrecciano con la malattia e la realtà dando vita a un’analisi approfondita del protagonista. Donatello soffre di Alzheimer e di narcolessia, malattie che renderanno divertenti le sue improvvise stravaganze e che permetteranno, allo spettatore, di avvicinarsi con dolcezza e tenerezza al delicato, quanto complicato, vivere di queste persone. Un inno alla vita e all’amore, ma anche un’importante storia di amicizia tra due persone che si prendono cura l’uno dell’altro.

tecnica utilizzata teatro d’attore                       

età consigliata dai 6 anni

spazio scenico minimo largh. mt. 5,  prof. mt.5        

carico elettrico 3 kw

esigenze oscurabilità                         

montaggio 1 ora

smontaggio 1 ora

 

Il Grinch

HANNO RUBATO IL NATALE!

(il Grinch)

con Mario Aroldi/Mario Mascitelli e Gabriella Carrozza

regia Mario Mascitelli

Assistenti alla regia Martina Manzini e Silvia Santospirito

Natale è il momento più atteso da tutti, grandi e piccini, perché momento di gioia, di condivisione familiare e di… regali. Ovunque si respira aria di festa e si possono ammirare addobbi, presepi e luci sfavillanti e si possono ascoltare canti lieti e musiche gioiose che accompagnano tutto il periodo. Chi non potrebbe essere contento in un periodo così felice e importante dell’anno? Già… chi?  C’è un essere verde e peloso che in realtà non sopporta tutto questo e, anno dopo anno, si rinchiude nella sua caverna sopportando e aspettando che il Natale passi ma… quest’anno ha deciso di non starsene con le mani in mano e di boicottare il Natale rovinandolo a tutti. Come? Con un piano diabolico: il rapimento di Babbo Natale! Così potrà sostituirsi a lui e regalare giocattoli orribili e mutandoni con calzini. Chi è questo essere? Il Grinch ovviamente! E riuscirà il malvagio Grinch a distruggere la festa delle feste o Babbo Natale lo convincerà a desistere dal malvagio proposito?

Lo spettacolo, pensato per i più piccoli ma fruibile da tutti, prende spunto dalla storia del dottor Seuss per riaffermare con convinzione il vero spirito del Natale che non è legato solo ai regali ma piuttosto al momento di condivisione di una festa che porta universalmente un messaggio di pace e che dovrebbe dare gioia a tutti indistintamente. In questo caso il Grinch non rappresenta solo il “guastafeste” ma anche lo scontento che a volte accompagna questo periodo di “felicità a tutti i costi”. Sarà compito di Babbo Natale, che incarna il concetto di comprensione e bontà, far capire come l’attenzione e il prendersi cura possano regalare calore e dare senso al vivere. Uno spettacolo dunque sulla carità intesa come scambio prezioso di attenzione e di ascolto che ogni essere umano dovrebbe esercitare tutti i giorni dell’anno.

tecnica utilizzata teatro d’attore                       

età consigliata dai 3 anni

spazio scenico minimo largh. mt. 5,  prof. mt.5        

carico elettrico 3 kw

esigenze oscurabilità                         

montaggio 1 ora

smontaggio 1 ora

Jack e il fagiolo magico

con Silvia Santospirito, Giovanni Pazzoni, Giulio Landini e Mattia Scolari

regia Mario Mascitelli

Assistente alla regia Martina Manzini

Jack è un ragazzo povero. Non solo, è tormentato da sua madre che lo vorrebbe concentrato sulle cose importanti della vita mentre lui pensa solo al gioco della palla, alla sua squadra del cuore e al suo giocatore preferito! La storia è nota: Jack dovrà portare al mercato la mucca per guadagnare qualche moneta necessaria a comprare da mangiare, ma lungo la strada che conduce al mercato, incontra uno strambo inventore o forse mago, che lo convince a cedergli la mucca per tre fagioli… magici! I dubbi, le sfuriate della mamma al suo ritorno a casa, la scoperta della pianta di fagiolo alta fino alle nuvole e poi l’orco più piccolo del mondo, tormentato a sua volta da una madre che lo vorrebbe più concentrato sulla sua malvagità. La gallina dalle uova d’oro, le monete, la musica e, infine, la nascita di un’amicizia!

Uno spettacolo che indaga le aspettative dei genitori verso i figli ma anche il concetto di diversità e dell’amicizia contro ogni pregiudizio. Un modo per affrontare temi importanti attraverso una delle favole più conosciute al mondo. Non a caso, infatti, i personaggi di Jack e dell’orco sono molto simili anche se contrapposti. Si possono vivere le medesime esperienze, provare le medesime emozioni e gli stessi sentimenti, anche se si ha una storia e una provenienza profondamente diverse.

tecnica utilizzata teatro d’attore                       

età consigliata dai 3 anni

spazio scenico minimo largh. mt. 5,  prof. mt.5        

carico elettrico 3 kw

esigenze oscurabilità                         

montaggio 1 ora

smontaggio 1 ora

Topo Federico

Testo e Regia Mario Mascitelli

Con Silvia Santospirito, Giovanni Pazzoni, Mattia Scolari e Giulio Landini

Uno dei libri più amati dai bambini, completamente rivisto in chiave contemporanea e social. I famosi tre topolini creati da Lionni, raccontano sì la storia delle scorte per l’inverno e di quel “Federico” che era diverso da loro ma lo fanno in un linguaggio più moderno e attuale. Niente orecchie e code da topo finte ma piuttosto felpe e cuffie di lana con i pon pon ai lati a far sembrare gli attori non solo dei “topolini” ma anche dei giovani rapper, o meglio, dei giovani delle nuove generazioni che sono sempre attaccati a tablet, telefonini e, appena più grandi, ai social. Ecco allora spuntare tra loro il “diverso” Federico che è l’unico che adora leggere libri e raccontare storie. Tutti lo prendono in giro per questo ma quando verrà a mancare la luce, chi sarà in grado di salvare tutti quanti rinchiusi nella tana? Ma ci sarà anche spazio per un ospite inatteso: la cicala!

Un modo per insegnare ai bambini di come i libri e il leggerli, possa aiutarci a capire meglio le cose e a sviluppare un proprio pensiero e un modo di agire/reagire alle situazioni. Capire che quando si presenta un problema bisogna pensare a una soluzione e non continuare a lamentarsi del problema. C’è tempo dopo per farsi un selfie….ma anche no.

tecnica utilizzata teatro d’attore                        

età consigliata dai 3 anni

carico elettrico 3 kw

esigenze quadratura nera                 

montaggio 1 ora                                      

smontaggio 1 ora

Ulissea

Da Omero

Di e con Mario Mascitelli

Il viaggio di Ulisse, di ritorno da Troia, verso la sua Itaca raccontato ai ragazzi. Uno dei saggi più belli della storia interpretato attraverso i gesti, le parole, la musica e gli oggetti. L’isola del Ciclope, la Maga Circe, l’Ade, le Sirene, le isole di Scilla e Cariddi ed ancora i Proci, Telemaco, Penelope, il fedele cane Argo . Un riassunto dei XXIV libri dell’opera in un percorso istruttivo e costruttivo. La possibilità di trasmettere ai più giovani il piacere e la conoscenza di un testo così ricco di significati e curiosità.

La tecnica utilizzata è quella del teatro di parola attraverso l’uso dei dialetti italiani. Zeus parlerà, così, in napoletano, Poseidone in siciliano, Circe in bolognese e il Ciclope come l’orco di Pollicino. Si è cercato di divertire i ragazzi sfruttando la radice più antica della lingua italiana in maniera da creare linguaggi, diversi fra loro, in grado di eliminare il concetto stesso di “diversità”.

tecnica utilizzata teatro di narrazione

età consigliata 10 -14 anni

spazio scenico minimo largh. mt. 5,  prof. mt.5

carico elettrico 20 kw

esigenze quadratura nera

montaggio 2 ore

smontaggio 1 ora

Zuppa di sasso

con Silvia Santospirito, Giovanni Pazzoni, Mattia Scolari e Giulio Landini

regia Mario Mascitelli

Assistente alla regia Martina Manzini

Uno dei racconti più letti nelle scuole italiane riadattato per la scena con i personaggi che tanto hanno accompagnato i bambini nelle loro mattinate scolastiche. Un lupo, forse vecchio o forse solo stanco di cacciare, si presenta a casa di una gallina, in una fattoria, chiedendo di poter cucinare una zuppa con un sasso che porta in un sacco. La gallina, da prima impaurita ma poi incuriosita dal fare rassicurante del lupo, mette a disposizione pentola e fuoco e suggerisce di aggiunger un ingrediente per rendere più saporita la zuppa. Alla vista del lupo accorrono altri animali della fattoria allarmati dalla sua presenza ma, invece di combatterlo, lo aiutano a rendere la zuppa di sasso più deliziosa che mai aggiungendo ognuno il proprio ingrediente preferito. Alla fine tutti insieme mangeranno in compagnia riscoprendo la bellezza della condivisione. Arriverà il momento dei saluti. Il lupo prenderà il suo sasso e se ne andrà probabilmente in un’altra fattoria a rimediare, ancora una volta, un pasto caldo.

Quattro attori in scena danno vita a una storia contro il pregiudizio e la diversità. La paura per la propria incolumità piano piano si dissolverà e lascerà spazio alla curiosità e all’accoglienza. Si rischia, è vero, con chi non si conosce ma è solo aprendosi alla conoscenza che si può incontrare davvero l’altro, fare esperienze determinanti, arricchire la propria anima. Uno spettacolo che cerca di far capire ai bambini l’importanza dell’accettazione, come superare i pregiudizi (inculcati dagli adulti), guardare a un nuovo venuto, con curiosità e rispetto.

tecnica utilizzata teatro d’attore                       

età consigliata dai 3 anni

spazio scenico minimo largh. mt. 5,  prof. mt.5        

carico elettrico 3 kw

esigenze oscurabilità                         

montaggio 1 ora

smontaggio 1 ora

Le altre produzioni

Alice nel paese delle meraviglie

 

con Mario Mascitelli, Mario Aroldi e Gabriella Carrozza

regia Gabriella Carrozza

“Alice nel paese delle meraviglie” è, forse, uno dei testi più rappresentati teatralmente nonostante le non poche difficoltà di realizzazione senza l’ausilio di “effetti speciali”. Malgrado ciò, resta una delle storie più emozionanti e visionarie con la quale una compagnia cerca, prima o poi, di misurarsi. Nasce così la nuova sfida del Teatro del Cerchio che vede al debutto alla regia Gabriella Carrozza. Ci saranno lo Stregatto, il Cappellaio Matto, la Regina di Cuori e, naturalmente, lei…la piccola, grande (e di nuovo piccola) Alice.

Uno spettacolo per emozionare, non in modo banale, il giovane pubblico che dimostra sempre grande interesse per una storia così fantasiosa ma che, a differenza di tante altre, racchiude molte di quelle situazioni e avventure che tutti noi, almeno una volta nella vita abbiamo (o vorremmo) vivere in prima persona.

contatti e informazioni: Tel 349 5740360 / e-mail: [email protected]

 

Babbo Natale si è ammalato

 

di e con Mario Mascitelli

servo di scena Massimo Boschi e

con  la partecipazione del pesciolino Boris

Natale si avvicina e tutti i bambini hanno mandato la loro letterina a Babbo Natale per ricevere un regalo in cambio di promesse e di propositi. Tutto è pronto, le letterine sono state lette e giacciono ammucchiate sul tavolo mentre i regali sono pronti per essere caricati e Babbo Natale…già, dov’è Babbo Natale? Eeeeetciù! Si sente tuonare forte e…oh, no! Babbo Natale si è ammalato e adesso? Chi consegnerà tutti i regali? Non si possono deludere tutti i bambini che andranno a coricarsi convinti di trovare, il mattino dopo, il loro regalo sotto l’albero di Natale. Ma per fortuna c’è Boris, il pesce rosso di Babbo Natale che lo aiuterà a trovare la soluzione e a portare a termine la sua missione.

tecnica utilizzata teatro d’attore e animazione vocale / età consigliata dai 3 anni

spazio scenico minimo largh. mt. 5,  prof. mt.5 / carico elettrico 3 kw

esigenze quadratura nera  / montaggio 2 ore

smontaggio 1 ora

contatti e informazioni: Tel 335 490376 / e-mail: [email protected]

Cappuccetto Rosso, io non sono un lupo cattivo…

Regia Mario Mascitelli

con Mario Aroldi, Gabriella Carrozza e Martina Vissani

La rivisitazione della favola di “Cappuccetto rosso” in chiave teatrale per la sensibilizzazione sull’Affido Familiare.

Lupo (non gli è stato dato un nome perché potrebbe essere chiunque) è figlio di una normalissima famiglia di lupi che versa, però, in una momentanea difficoltà economica. Il lavoro di Papà Lupo non può più essere svolto causa il suo mal di schiena e anche Mamma Lupa, col suo modesto lavoro, non guadagna abbastanza. Inoltre Lupo è atipico per la sua razza, è vegetariano e adora le carote! I genitori, ormai disperati, discutono in continuazione e così Lupo capisce che è venuto il momento di lasciare quella casa per avventurarsi, di nascosto, nel bosco. Fra equivoci e colpi di scena, la favola prosegue seguendo la traccia originale. Ovviamente il Lupo non ha nessuna intenzione di mangiare nè Cappuccetto Rosso nè la Nonna anzi, sarà proprio la nonna a decidere di prendere Lupo in affido momentaneo aspettando che si risolvano i problemi della sua famiglia.

Lo stile usato, in questo spettacolo, è quello della clownerie acrobatica con accenni al gramelot (linguaggio fatto di suoni e versi al posto delle parole), alla danza e alla commedia dell’arte.

tecnica utilizzata teatro d’attore / età consigliata per tutti

spazio scenico minimo largh. mt. 5,  prof. mt.5 / carico elettrico minimo 3 kw

esigenze  quadratura nera – lettore cd   / montaggio 2 ore

smontaggio 1 ora

 

Video dello spettacolo Promo: http://www.youtube.com/watch?v=U_Zt6phcK6I

Video Integrale: http://vimeo.com/64503223

Dello squalo non si butta via niente

drammaturgia e regia

Mario Mascitelli

con Mario Mascitelli e Mario Aroldi

Con il contributo dell’Acquario di Genova

Possono uno squalo ed un naufrago diventare amici? Può la lotta per la sopravvivenza, di due specie diverse, diventare motivo di dialogo ed un messaggio contro l’inquinamento?
Spesso si crede che anche solo una pallottolina di carta, gettata in acqua, non possa arrecare nessun  danno all’eco-sistema naturale. Partendo da uno spunto fornitoci dall’Acquario di Genova, abbiamo voluto affrontare la questione “inquinamento” riscattando, al tempo stesso, la figura dello squalo spesso vittima di ripercussioni violente, da parte dell’uomo, che lo considera un temibile predatore da cacciare indiscriminatamente. In pochi sanno che lo squalo non è certo un mangiatore di uomini e che, spesso, scambia un ignaro nuotatore per un grosso pesce. La storia ci insegna che, una volta, lo squalo veniva impiegato per mille usi: dal grasso per le lampade ai pettini fatti con i suoi denti, dalle carni nutrienti alla pelle usata come carta vetrata. Questo e molto altro è stato studiato insieme agli esperti dell’acquario e, dopo lunga ricerca, ne è nato uno spettacolo divertente adatto ai bambini.

tecnica utilizzata teatro ragazzi, teatro ecologico

età consigliata 5 -10 anni

spazio scenico minimo largh. mt. 5,  prof. mt.5

carico elettrico 20 kw

esigenze quadratura nera

montaggio 3 ore

smontaggio 1 ora

è un progetto del Teatro del Cerchio

Fa-Volando

 

“C’era una volta…”, la maggior parte delle favole incominciava così. Favole che i nostri genitori o i nostri nonni, ci raccontavano per farci addormentare e che purtroppo oggi si sono perse nella memoria. Questa è la ragione per cui, da qualche anno, ci siamo impegnati sulle tecniche di narrazione pura, quelle cioè che comprendono le tradizioni verbali dei nostri avi, unendole alle tecniche contemporanee dei migliori narratori attuali. Alle fiabe classiche abbiamo aggiunto quelle popolari provenienti da tutto il mondo in maniera da offrire al nostro pubblico un prodotto tradizionale ma anche interculturale. Durante le rappresentazioni, il pubblico viene a sua volta coinvolto in una sorta di narrazione interattiva, creando un magico momento di associazione.

con:

Mario Mascitelli (l’incantastorie)

Fascia di età: per tutti

Durata: 60 minuti circa

Facce

drammaturgia e regia

Mario Mascitelli

con il contributo di Roberto Anglisani

con Mario Mascitelli

Perché non abbiamo il muso lungo, le orecchie sulle mani, gli occhi sulle antenne ed il naso sotto l’ascella? Presentato al Premio Scenario 2000-2001, “Facce” conduce lo spettatore all’origine, al momento della creazione dell’uomo, cercando di dare un perché alla forma della nostra faccia.

Il narratore, nelle vesti di un clochard in “Affido” alla strada causa problemi familiari, basandosi su alcuni principi della fisiognomica e ricostruendo passaggi storici fondamentali, fa anche un excursus dei principali caratteri somatici dei vari popoli della terra per concludere con un messaggio di fratellanza e uguaglianza.

Lo spettacolo viene proposto in forme diverse e quindi adattato all’età del pubblico attraverso un linguaggio semplice ma efficace, nel più classico stile della narrazione.

Ha collaborato alla drammaturgia e alla regia Roberto Anglisani narratore di fama nazionale, attore in “Francesco a testa in giù” con Marco Baliani e Giovanna Mezzogiorno.

tecnica utilizzata teatro di narrazione

età consigliata 9 -14 anni

spazio scenico minimo largh. mt. 5,  prof. mt.5

carico elettrico minimo 3 kw

esigenze quadratura nera

montaggio 2 ore

smontaggio 1 ora

 

Finito in

con Mario Aroldi

Regia Mario Mascitelli

Quante volte, riguardando dei vecchi oggetti, ripensiamo a tutte le cose che abbiamo fatto durante il corso della vita. I ricordi di sogni e avventure che avremmo voluto affrontare “cavalcando l’onda” dell’entusiasmo. La maglietta e i guanti da portiere che indossavamo sognando, un giorno, di portarli durante una partita in un grande stadio, ma anche quella fisarmonica regalata dal nonno che non siamo mai riusciti a suonare. Il nostro giocattolo preferito, finito in cantina oppure quella bambina della classe di fronte che non siamo mai riusciti a conquistare. Di questo e altro, il nostro personaggio, tratterà durante lo spettacolo che non vuole essere malinconico ma piuttosto ironico sulle aspettative che si hanno da bambini o che i grandi, hanno su di noi. Una messa in scena che deve far gioire i bambini del proprio momento di crescita che deve essere vissuto come momento “speciale” da ricordare e annoverare tra le esperienze più belle un giorno che verrà. Ma anche una riflessione per i più grandi sulle aspettative che, inevitabilmente, si hanno verso quelle che riteniamo nostre creature e in cui riversiamo sogni mancati o realizzati del nostro status di adulto. Un’infinita serie di ricordi che ci avvolge come una coperta calda regalandoci un sorriso abbozzato sul viso.

Hansel & Gretel

regia di Mario Mascitelli

con Francesca Paterlini, Massimo Boschi e Gabriella Carrozza

Musiche di Maurizio Soliani

La povertà, l’abbandono, la golosità, la malvagità, la furbizia, l’amore ed il lieto fine. Tutte queste cose, e molto altro, sono presenti in questa favola di origine tedesca che in molti, ma non tutti, conoscono fin da piccoli. Ormai le “vecchie” favole, hanno lasciato il posto alle nuove che non sempre hanno la capacità di far emergere quei sapori e quegli “umori” così indispensabili alla fase di incantamento di un bambino.

Nella nostra versione, queste componenti sono rimaste immutate e, anzi, sono state amplificate giocando sulle atmosfere e attualizzandone alcuni aspetti. La golosità viene così rappresentata attraverso la richiesta assillante, da parte dei due fratellini, di merendine alla mamma che si rifiuta e li mette in guardia dalla strega che si mangia i bambini golosi. Da qui l’immaginazione dei bambini darà vita alla trasformazione della propria casa dove le ombre diventeranno alberi e mostri della foresta e le tende della vasca da bagno, riempita di merendine, una gabbia in cui vengono rinchiudere i bambini golosi. L’arrivo dell’enorme strega, confezionata come una enorme caramella, mette il terrore ai due ma, al contempo, scatena le risate del giovane pubblico presente. La storia e il finale sono quelli classici della favola originale e la morale verrà mantenuta intatta dalla felicità della loro mamma di riabbracciare i due piccoli che si erano nascosti sotto il tavolo della cucina per non essere rintracciati da altre streghe.

Durata 1 ora  circa

tecnica utilizzata teatro ragazzi

spazio scenico minimo largh. mt. 7,  prof. mt.7 a quadratura nera

montaggio               3 ore

smontaggio 1 ora

Icaro e la falena

(Come spiegare il ciclo vita/morte ai bambini dai 3 anni in su)

 

di e con

Loredana Scianna e Mario Mascitelli

Musiche

Maurizio Soliani, Michelangelo Flammia e Guido Ponzini

Si può parlare, in maniera semplice e poetica, di morte, trasformazione, nascita e rinascita ai bambini piccoli? Quante volte, nella condizione di adulti, ci si trova a dover, con parole comprensibili, spiegare ai nostri bambini che quella  persona non c’è più o che c’è un bambino piccolo nella pancia che presto nascerà. Ci si accorge, in quel momento, che le parole da trovare non sono semplici come vorremmo e che il ciclo della vita, in tutta la sua meraviglia, è sempre un argomento delicato da trattare pur se, lo stesso,  rappresenta quasi sempre un passaggio fondamentale nella crescita di apprendimento di un bambino e, per questo, merita una attenzione particolare soprattutto in presenza di una perdita affettiva improvvisa.

L’idea dello spettacolo nasce dall’unione di due storie conosciute. Quella del volo di Icaro per scappare dalla sua prigionia, dopo aver costruito il labirinto del Minotauro insieme al padre, e quella della falena che nel suo unico giorno vitale insegue la fiamma di una candela e viene consumata da quello splendido bagliore. Ne è nata così una storia di curiosità ed amicizia tra un inventore desideroso di “scappar via” dai suoi continui ragionamenti ed un bruco che presto diventerà falena e vorrà insegnargli a volare per poter raggiungere quella meravigliosa palla infuocata chiamato sole. Sarà dunque un finale triste? Assolutamente no, la storia continuerà nella stessa maniera in cui, la natura,  ci permette quotidianamente di assistere al miracolo della vita.

tecnica utilizzata teatro d’attore

età consigliata 3-6 anni

spazio scenico minimo largh. mt. 5,  prof. mt.5

carico elettrico minimo 3 Kw

esigenze quadratura nera

montaggio 2 ore

smontaggio 1 ore

Il brutto anattroccolo-elefante

Da Anta Seck

Testo e regia Mario Mascitelli

con Martina Vissani e Manuel Amadasi

La favola del Brutto anatroccolo è una delle più conosciute e utilizzate per affrontare il tema della diversità e del come affrontare e superare gli ostacoli della vita. Da sempre, nei nostri spettacoli, cerchiamo di approfondire tematiche utili alla didattica e allo sviluppo del bambino e ci sembrava doveroso dedicare una particolare attenzione a un argomento così importante e attuale. Nel compiere ricerche utili alla messa in scena, ci siamo imbattuti in un racconto africano, simile alla favola dei Grimm, che trattava l’argomento dal punto di vista di un elefante con la proboscide troppo corta. Nel leggerla ci è apparsa, da subito, più attuale e comprensibile per dei bambini contemporanei e così, si è deciso di rappresentarla al posto della “classica”.

La storia vede come protagonista un elefante dalla proboscide corta che viene canzonato dagli altri cuccioli della foresta. Isolato e solitario, l’elefantino cerca in tutte le maniere di farsi allungare la proboscide, chiedendo aiuto anche agli umani ma senza risultati. Alla fine scoppierà un incendio e sarà proprio l’elefantino, e la sua proboscide, a salvare tutti i cuccioli dal fuoco e a diventare l’eroe di tutti.

tecnica utilizzata teatro d’attore  / età consigliata per tutti

spazio scenico minimo largh. mt. 5,  prof. mt.5 / carico elettrico 3 kw

esigenze quadratura nera / montaggio 2 ore

smontaggio 1 ora

Il gatto e la volpe

di Mario Mascitelli

Con Mario Aroldi e Mario Mascitelli
assistente alla regia Silvia Nisci

 

Tutti conosciamo i due personaggi del libro Pinocchio per ciò che combinano durante il racconto ma…quale sarà la loro vera storia? Ci siamo immaginati una panchina e un piccolo alberello bonsai dove i due, in attesa che arrivi Mangiafuoco a cui vendere Pinocchio, si raccontano e ricordano la loro vita passata e di come si siano ridotti in quello stato. Vorrebbero andare via ma non riescono perché capiscono che in quel luogo si sta svolgendo qualcosa d’importante e che esiste qualcosa di più importante degli zecchini d’oro di Mangiafuoco nascendo una nuova amicizia.

Dopo “Amleto”, rivisto in chiave fiabesca, continua la rilettura dei classici, che da anni il Teatro del Cerchio trasforma per renderli facilmente fruibili e per non vederli tramontare mai. Pur se originale, questa storia strizza l’occhio ai due personaggi di “Aspettando Godot” di S. Beckett rileggendolo in chiave più divertente per poterla adattare a un pubblico di giovanissimi. Una nuova sfida che continua a distinguere le produzioni del Teatro del Cerchio per quanto riguarda la ricerca e la pedagogia relativa al mondo bambino e famigliare.

Promo https://youtu.be/PMDgOSbdYk0

Integrale https://vimeo.com/216661074

tecnica utilizzata teatro d’attore   

età consigliata dai 5 anni

spazio scenico minimo largh. mt. 5,  prof. mt.5        

carico elettrico 3 kw

esigenze quadratura nera                  

montaggio 2 ore

Il giro del mondo in 80 giorni


drammaturgia e regia: Mario Mascitelli

con Mario Mascitelli

Phileas Fogg, un uomo metodico e singolare, scommette di  compiere il giro del mondo in 80 giorni e, dopo mille peripezie, riesce a vincere la scommessa. Sarà il suo fedele maggiordomo Passepartout a raccontare, al loro ritorno e dalla sua stanza, tutte le fasi dell’incredibile viaggio. Accadrà così che i copertoni di una bicicletta si trasformeranno in un elefante, un ombrellone ed una tinozza saranno una slitta ed una mongolfiera, mentre un bastone ed una bombetta saranno il terribile ispettore Fix.

Ispirato al famoso romanzo di Verne lo spettacolo utilizza il linguaggio del teatro di narrazione, e l’uso fantastico degli oggetti per catturare il pubblico e trasportarlo attraverso i luoghi e le avventure del libro.

L’attrattiva del racconto di avventura è mescolata alla comicità del personaggio-narratore. Il maggiordomo Passepartout è qui un simpatico pasticcione.

L’obbiettivo è quello di avvicinare i ragazzi alla lettura dei romanzi classici. Uno stimolo a “guardare” tra le righe e andare oltre ciò che i libri dicono letteralmente, per trasformarli e interpretarli, usando la propria creatività.

tecnica utilizzata teatro di narrazione

età consigliata 8-13 anni

spazio scenico minimo largh. mt. 5,  prof. mt.5

carico elettrico 3 kw minimo

esigenze quadratura nera

montaggio 2 ore

smontaggio 1 ore

Il sogno di Biancaneve

Testo e regia Mario Mascitelli

con Gabriella Carrozza e Mario Aroldi

costumi Federica Scalari – illustrazioni di Dimitri Corradini

Chi non ha visto o letto la favola di Biancaneve e dei sette nani almeno una volta nella vita? Sicuramente anche i più piccoli avranno sentito parlare della perfida regina, col suo specchio magico, che con un incantesimo addormenta Biancaneve fino a che un principe azzurro non venga a risvegliarla con un bacio.

Il nostro spettacolo, invece, comincia proprio durante quel sonno. Biancaneve è nel regno onirico che aspetta di essere risvegliata dal Principe azzurro che…non arriva. Anche lui, infatti, sarà addormentato e in attesa di essere svegliato. Nel regno del sogno, intanto, Biancaneve incontra il cacciatore punito dalla matrigna per non averla uccisa, un naso in fuga dalla sua faccia e principesse di altre fiabe anch’esse addormentate che, in quel mondo tutto grigio, si chiederanno: ma i Principi azzurri, esistono ancora?

Promo http://youtu.be/K4zBZOp5-QA

tecnica utilizzata teatro d’attore / età consigliata per tutti

spazio scenico minimo largh. mt. 5,  prof. mt.5   / carico elettrico 3 kw

esigenze quadratura nera   / montaggio 2 ore

smontaggio 1 ora

In una notte di temporale

IL LUPO E LA CAPRA

(in una notte di temporale)

Progetto e regia di Mario Mascitelli

Con Mario Aroldi e Mario Mascitelli

Assistente alla regia Silvia Santospirito

 

Tratto dal bellissimo racconto di Yuiki Kimura, lo spettacolo rappresenta la storia di un’amicizia nata in maniera spontanea pur se generata da un equivoco.

Durante un temporale due personaggi diversissimi tra loro (come un lupo e una capra) si troveranno a condividere storie al buio di una capanna, pensando, sia l’uno che l’altro, di appartenere alla stessa specie. Alla fine i due diventeranno amici e si daranno appuntamento il giorno dopo per potersi conoscere alla luce del sole.

Pur non potendo immaginare che cosa accadrà, la lezione data fino a quel momento farà riflettere il giovane pubblico sull’importanza dell’uguaglianza e dell’amicizia oltre i pregiudizi e i preconcetti.

tecnica utilizzata   teatro d’attore  e giocoleria                                                                            

carico elettrico 3 kw             

montaggio 2 ore                                      

smontaggio 1 ora

I Viaggi Di Gulliver

di e con Mario Mascitelli

servo di scena Massimo Boschi

illustrazioni di Dimitri Corradini

scenografie Antonella Mascitelli

costumi Federica Scalari

 

Un progetto importante per attraversare i diversi stili del “fare teatro” rivolto ai ragazzi. Un romanzo affascinante e complesso per far comprendere ai più piccoli come le cose possono trasformarsi diventandone altre. Come la materia può essere riutilizzata e riciclata per creare paesaggi fantastici e personaggi viventi.

Le mirabolanti avventure di Gulliver attraverso i suoi fantastici viaggi nel mondo dei lillipuziani, nella terra dei giganti, sull’isola volante e nel regno degli equini. Quattro storie divise in due spettacoli. Quattro stili diversi di rappresentazione con, a fianco dell’attore, burattini, marionette, ombre e anche proiezioni.

Uno spettacolo che comprende diverse categorie didattiche quali il riciclo, le tecniche di narrazione, la recitazione, le ombre cinesi, le marionette, i burattini, le illustrazioni e le proiezioni.

Ma anche messaggi e morali importanti quali la stupidità della guerra, il rispetto per gli animali, l’importanza dello studio e il rifiuto alla prepotenza dei più grandi e spavaldi.

Uno spettacolo per piccoli che vogliono diventare grandi e per grandi che vogliono tornare bambini.

Jojo & Molly

Regia Mario Mascitelli

con Mario Aroldi e Martina Vissani

musiche Guido Ponzini – coreografie Nicoletta Cabassi – elementi decorativi Antonella Mascitelli

 

Due personaggi rimasti soli. Così si potrebbero definire le due figure presenti in scena. La prima è una ballerina, un tempo famosa, rimasta orfana del compagno e quindi impossibilitata a ripetere “quel numero” di danza che l’aveva resa famosa. Il secondo, un clown sempliciotto, privato del suo unico amico, Pulcinella, con cui aveva condiviso giornate al mare e in montagna.

Entrambi si ritrovano per strada, forse in un parco, dove ogni artista di strada prima o poi si esibisce per mostrare la propria abilità cercando di racimolare qualche offerta dai passanti. L’incontro non è immediato, anzi, i personaggi vivono parallelamente la loro situazione fino al momento in cui si noteranno a vicenda. Nascerà così una nuova amicizia, forse un amore, che darà loro la speranza di ricominciare insieme.

Lo stile usato, in questo spettacolo, è quello della clownerie acrobatica con accenni al gramelot (linguaggio fatto di suoni e versi al posto delle parole), alla danza e alla commedia dell’arte.

Per vedere il video integrale http://vimeo.com/41694778

Per vedere il promo http://www.youtube.com/watch?v=csL77S9nPwc&feature=g-all-s

tecnica utilizzata teatro d’attore e clownerie   / età consigliata per tutti

spazio scenico minimo largh. mt. 5,  prof. mt.5 / carico elettrico 3 kw

esigenze quadratura nera   / montaggio 2 ore

smontaggio 1 ora

NOTE DI REGIA

Il personaggio di Jojo nacque anni fa durante la messa in scena de “La favola dei saltimbanchi” di Michael Ende e fu proprio Mario Aroldi a dargli vita. Da allora questo clown sempliciotto e imbranato si è trasformato, è cresciuto, fino ad avere lo spazio che meritava con uno spettacolo tutto suo. L’incontro con un altro attore, Antonio Cuccaro, specializzato nella maschera del Pulcinella napoletano, aveva generato un sodalizio funzionale già sperimentato in coppie comiche,divenute famose, in cui si potevano riconoscere i due ruoli fondamentali della clownerie chiamati “il Bianco e l’Augusto”. Citiamo, per esempio, Stanlio & Ollio o  Gianni & Pinotto o, meglio ancora, i vari Walter Chiari, Ugo Tognazzi e tanti altri.

Il primo “esperimento” fu quello di portare i due personaggi in un luogo ben definito e ci parse che la spiaggia fosse il posto più adatto dove farli incontrare per la prima volta. Nacque così lo spettacolo “Jojo & Pulcinella al mare”. La realizzazione funzionò benissimo e il pubblico, sia grande che piccino, rispose meravigliosamente. Questo ci fece venir la voglia di un “sequel” di spettacoli con questi due personaggi. Una serie di “puntate” così come lo erano le comiche di una volta. Fu allora la volta di “Jojo è Pulcinella in montagna” che vedeva i due protagonisti alle prese con sci, slittini e renne. Altro grande successo ma, soprattutto, divertimento per noi impegnati nell’allestimento.

Quest’anno sarebbe stata la volta di “Jojo & Pulcinella in USA” che avrebbe visto i nostri alle prese con le difficoltà di una lingua straniera e all’estero. Purtroppo la rinuncia, per motivi personali, dell’attore del nostro “Pulcinella” ci obbligò a un cambio di percorso. Bisognava sostituire una figura in scena con un’altra che funzionasse allo stesso modo. Scartata l’ipotesi di un altro Pulcinella e mi misi alla ricerca di una persona capace di dar vita ad un nuovo personaggio che si “sposasse” con quello di Jojo. L’incontro con Martina Vissani avvenne durante un suo spettacolo con un’altra compagnia. Pensai da subito fosse la persona adatta e le proposi immediatamente di far parte di questo progetto. Con lei e Mario ci mettemmo subito al lavoro per creare un nuovo personaggio e nacque così “Molly”. Lasciai che i due attori si conoscessero un po’ “artisticamente” in una sessione di prove dedicate al far vedere all’altro le proprie abilità in campo circense e acrobatico, per poi passare ad un work in progress sulla creazione dello spettacolo.

Cercammo inizialmente di mantenere l’idea originale di un viaggio in USA. Ci immaginammo una Molly attricetta, in cerca di fortuna a Hollywood, che incontrasse casualmente Jojo  giunto oltreoceano per partecipare all’inaugurazione della nuova pizzeria di Pulcinella. Ma le cose, come spesso accadono in queste situazioni, andarono in maniera diversa.

Prese piede la voglia di raccontare una storia fatta di emozioni dove si facesse ridere ma anche riflettere e, soprattutto, in cui non venissero usate le parole per descrivere le emozioni. Feci iniziare a ballare i due attori con, in sottofondo, una musica particolare che spesso uso per i laboratori. Guardandoli scrissi di getto delle frasi e “Vorrei poter danzare con te anche soltanto in sogno” fu quella che li colpì di più. Lavorammo in questa direzione e nacquero così i due personaggi dello spettacolo: la ballerina famosa caduta in disgrazia dopo la perdita del compagno e il solito Jojo alla ricerca del suo unico amico Pulcinella. La solitudine, accompagnata dal sapersi adattare alle situazioni di disagio che la vita quotidiana spesso ci offre e la voglia di “cambiare vita” sono i leitmotive di questo spettacolo dove Jojo diventerà “più grande” di come lo abbiamo visto nei precedenti spettacoli e Molly si presterà a diventare, in scena,  la nuova patner artistica e sentimentale di Jojo per ricominciare con lui una nuova vita. Al centro resterà una vecchia panchina di legno vuota quasi a voler citare l’albero di “Aspettando Godot”, di Beckett, quale esempio di presenza/assenza.

La musica è stata affidata a Guido Ponzini che, insieme al compianto Maurizio, aveva composto e eseguito molti brani di altri nostri spettacoli. Il risultato è una colonna sonora veramente d’effetto e qualità.

Le coreografie, così importanti nello spettacolo, sono state ancora una volta eseguite dalla coreografa Nicoletta Cabassi che non necessita sicuramente di presentazioni. Nicoletta, come sempre, è riuscita a cogliere le atmosfere e a trasmettere la voglie e la capacità di sopperire alla fatica, tanta, che le innumerevoli ore di prove comportavano.

Infine le decorazioni delle scenografie sono state affidate ad Antonella, già scenografa del Teatro Regio, che ha contribuito nel dare quel sapore bohèmien alla messa in scena. Bye bye dunque Pulcinella e benvenuta Molly.

Mario Mascitelli

La cicala e la formica

con Gabriella Carrozza e Martina Vissani

Regia Mario Mascitelli

 

La favola de “La cicala e la formica” di Esopo, è una delle favole più conosciute, tra gli adulti, in quanto racchiude in se’ una morale che mai come in questo momento storico e socio culturale, trova più riscontro. Il personaggio della formica, pur rappresentando il buon uso del risparmio e della preoccupazione del futuro, ben si contrasta con la cicala più dedita al “facile” divertimento e alla spensieratezza verso il domani. Potremmo individuare nella formica una capacità che era tipica delle donne di casa e dei padri di famiglia nel mettere da parte qualcosa per il futuro mentre, nella cicala, l’uso allo spendere e al divertimento tipico dei giovinastri e figli di papà.
Oggigiorno le figure sono quasi radicalmente cambiate: la formica rappresenta più un’idea di routine, di posto di lavoro fisso, di non voler cambiare le cose rifiutando le novità e il progresso tecnologico mentre la cicala, si presenta più come il “facile successo” che oggi molti ragazzi e ragazze vedono nei protagonisti di programmi televisivi che richiedono solo qualità estetiche o di spettacolarizzazione facendo venir meno la necessità di possedere talento oltre a una preparazione che si consegue solo attraverso lo studio e la cultura.
Uno spettacolo per insegnare ai bambini a lavorare, studiare, prepararsi pur restando di ampie vedute sulla vita che deve, comunque, riservare anche occasione di divertimento e svago.

La fabbrica delle parole

Attori e danzatori coordinati da Nicoletta Cabassi

Regia Mario Mascitelli

scenografie Antonella Mascitelli

 

Vi è un paese dove le parole vengono fabbricate e le persone, per poter parlare, devono comprarle o cercare di prenderle al volo col retino, quando dalla fabbrica vengono lanciate in aria alcune “scorie”. A volte, è anche possibile trovarle per strada, nascoste dai rifiuti. Tra i vicoli bui del paese si aggirano loschi individui che vendono sottobanco “parole cattive” oppure “parole lunghe”In questo clima surreale trovano spazio tre bambini, i nostri protagonisti, che pur privi di un lessico completo riescono ad esprimere i loro sentimenti in maniera semplice, attuale, reale. Oscar, figlio di un potente e ricco signore del paese può permettersi di comprare le parole necessarie a dimostrare tutto il suo amore alla piccola Isabella e a Federico, anch’esso innamorato di lei, pare poca cosa le misere parole che è riuscito a trovare girovagando col suo retino. Ma Isabella vuole ascoltarle e ringrazia con un bacio sulla guancia. Ancora una parola ha in serbo Federico da regalarle:ancora.

Uno spettacolo poetico, ricco di morali ma, al tempo stesso, un percorso sulla parola importante e utile all’apprendimento didattico. Tre danzatori/attori porteranno il giovane pubblico in un mondo magico e in una storia avvincente ricca di toni chiaro-scuri.

La principessa sul pisello e altre principesse

drammaturgia Gabriella Carrozza e Maria Pia Pagliarecci

con Gabriella Carrozza

regia Maria Pia Pagliarecci

progetto luci Martino Pederzolli

costumi CasaTeatroPirchio

 

Com’è davvero la misteriosa Principessa sul pisello che Andersen ha consegnato alla fantasia di lettori grandi e piccini?

Abbiamo provato a immaginarcela prima bambina, poi adolescente: così è nata Maria Evelina del Regno di Sorriso, detta Eva, che come tante altre principesse “è condannata” a sposare un principe, perché questo è il destino scritto di tutte le principesse, ma se questa è l’occasione per uscire finalmente dal castello e veder un po’ di mondo, perché no?

Così Eva si mette in viaggio per conoscere un principe molto titolato che potrebbe diventare suo marito, e qui la storia si ricongiunge con quella più nota e incontriamo l’arcigna regina, madre del principe, che per esser certa di trovarsi di fronte a una vera vera principessa, decide di attuare uno stratagemma, una prova di “autenticità”: un pisello sotto 20 materassi! Solo una vera principessa, dalla pelle molto sottile e delicata, potrà avvertire il fastidio del piccolo legume nascosto e non riuscirà a chiudere occhio e sarà dunque lei la sposa adatta per il principe.

Ma Eva dopo la nottataccia non ci sta a mandar giù un simile inganno e il finale non è proprio come tutti lo conosciamo…

La principessa diventa una ragazza diversa da quella che tutti si aspettavano e trova la sua strada e la sua vocazione.

Le altre principesse del titolo sono tutte quelle che hanno subito inganni e hanno dovuto sottostare a “prove” perché potessero essere giudicate “giuste” e andar bene agli altri e sono tutte le bambine e i bambini che non vanno bene a qualcuno, soprattutto agli adulti.

Lo spettacolo racconta in breve il percorso di ogni bambino e adolescente alla ricerca della propria personalità che chiede rispetto delle differenze e delle proprie peculiarità.

È la storia di una pacifica ma determinata ribellione a coloro che non ci vogliono per come siamo.

Durata 1 ora  circa

tecnica utilizzata teatro ragazzi

spazio scenico minimo largh. mt. 7,  prof. mt.7 a quadratura nera

montaggio 3 ore

smontaggio 1 ora

La scuola dei genitori

Regia Mario Mascitelli

con Mario Aroldi e Martina Vissani

Dopo il successo dello spettacolo che vedeva i due protagonisti, rimasti soli, incontrarsi, innamorarsi e ricominciare una nuova vita insieme ecco arrivare l’atteso seguito. Jojo & Molly si sono sposati e stanno per avere un figlio ma….come si diventa genitori? In effetti spesso, una coppia, deve affrontare la genitorialità senza nessuna esperienza alle spalle se non quella diretta vissuta nella propria infanzia dove si tende a fare “quello che dicevano i miei genitori” o tutto al contrario. E così ci si scontra nel faticoso tentativo di stabilire un equilibrio nel mentre una piccola creatura sta portando una enorme rivoluzione cambiando le priorità, i ritmi, gli orari per ridurre i due neo genitori in autentici “automi” di loro stessi. Ma poi subentrano anche le aspettative, i sogni, i desideri, le rivalse sulla vita che peseranno come macigni sul futuro del neonato.

Tra risate, acrobazie e luoghi comuni, lo spettacolo si sviluppa ancora una volta senza l’uso della parola rendendolo di facile fruizione per qualsiasi genere di pubblico italiano e straniero, piccolo e grande..

Lo stile usato, in questo spettacolo, è quello della clownerie acrobatica con accenni al gramelot (linguaggio fatto di suoni e versi al posto delle parole), alla danza e alla commedia dell’arte.

Promo:  http://youtu.be/TqOdVQYjZiE

tecnica utilizzata teatro d’attore e clownerie   / età consigliata per tutti

spazio scenico minimo largh. mt. 5,  prof. mt.5   / carico elettrico 3 kw

esigenze quadratura nera / montaggio 2 ore

smontaggio 1 ora

Mino il tauro

Testo e regia Mario Mascitelli

con Mario Aroldi e Simone Baroni

 

Il tema del bullismo, nelle scuole, è purtroppo ormai sempre più attuale e diffuso. Il fenomeno, ormai, si è esteso anche nelle Scuole Primarie e non è assolutamente da sottovalutare.

A tal proposito, ci siamo chiesti come poter affrontare l’argomento attraverso uno spettacolo che risultasse divertente, ovviamente, ma che al tempo stesso affrontasse chiaramente il problema in tutte le sue forme. Nel cercare elementi utili alla messa in scena dello spettacolo, ci siamo imbattuti nel mito classico del Minotauro, uomo dalla testa di toro, rinchiuso nel labirinto e ucciso da Teseo che riuscì a ritrovare l’uscita grazie al famoso filo di Arianna. Le caratteristiche prepotenti del mezzo uomo taurino, ci sembravano perfette per incarnare il classico bulletto da scuola, quello che si fa vanto della sua stazza e dei suoi insuccessi a scuola. Quello che non teme le punizioni degli adulti, che maschera il suo disagio con il menefreghismo e la prepotenza su quelli più piccoli e indifesi di lui.

Mino è un bullo, di quelli grossi, sbracaloni e ignoranti. Simone è un secchione, con tanto di occhiali e zaino pieno di libri. Il luogo è la classe, coi suoi banchi e i suoi cestini della carta.

Il problema è sempre lo stesso: compiti, verifiche, squadre di calcio, figurine, soldi o qualsiasi altra cosa che dia la possibilità di venire derisi e maltrattati. Ma alla fine qualcosa cambia, qualcosa che farà riflettere…attori e pubblico.

Promo corto: http://youtu.be/2MwM31BNoHQ

Promo lungo: http://youtu.be/ViKcDm_FEEk

Video integrale: https://vimeo.com/88563598

tecnica utilizzata teatro d’attore / età consigliata per tutti

spazio scenico minimo largh. mt. 5,  prof. mt.5 / carico elettrico 3 kw

esigenze quadratura nera / montaggio 2 ore

smontaggio 1 ora

Olleto

Da William Shakespeare

OLLETO

(Otello al contrario)

 

drammaturgia e regia

Mario Mascitelli

con Mario Mascitelli, Mario Aroldi e Martina Vissani

 

Si può raccontare il dramma della gelosia, più famoso del mondo, ai ragazzi?

Perché no, se si vuole raccontare al giovane pubblico come a volte le persone si presentino “mascherati” di buone o cattive intenzioni e di come, dietro una parola, si possa celare l’invidia e la cattiveria dei molti Iago sparsi per il mondo.
Olleto (Otello al contrario) attraverso un divertente gioco di doppi sensi, di uguali e contrari, mostra il rovescio della medaglia di alcune situazioni della vita e l’importanza di dimostrare a volte flessibilità e apertura mentale.

In scena gli attori ripercorrono con leggerezza una delle opere più famose di Shakespeare in maniera sottile e divertente, senza mai abbandonare il riferimento al grande classico, grazie anche all’utilizzo delle maschere della Commedia dell’Arte.
È prevista l’interazione con il pubblico mediante il coinvolgimento di due giovani spettatori, presi a caso tra i presenti, che interpreteranno i personaggi di Cassio e Desdemona grazie ai suggerimenti che verranno impartiti loro, bisbigliati nelle orecchie, durante lo spettacolo.

tecnica utilizzata teatro d’attore e maschera

età consigliata dai 7 anni

spazio scenico minimo largh. mt. 5,  prof. mt.5

carico elettrico minimo 3 kw

esigenze quadratura nera

montaggio 2 ore

smontaggio 1 ora

Oz

Adattamento drammaturgico e regia: Mario Mascitelli

con Martina Vissani, Mario Aroldi, Gabriella Carrozza e Chiara Casoli

Interventi video di Luca Scotto e Paolo Ghilardelli

Costumi di Roberta Gabelli

Collaborazione drammaturgica: Maria Pia Pagliarecci

 

Scommetto che appartieni anche tu alla schiera dei teleconsolledipendenticatotici. Insomma uno o una di quelli che non giocano mai con una bambola o con un soldatino. Ho una sorpresa per te, avvicina il tuo dito allo schermo e mettilo esattamente al centro di questo bersaglio e preparati a vedere cose meravigliose.” 

Questo grande classico della letteratura per l’infanzia viene qui rivisitato e riletto in chiave contemporanea.
Dorotea, attirata dentro la TV dei suoi nonni da un personaggio misterioso e ammaliante, approda in un fantasioso negozio di giocattoli: “La bottega di Oz”, un mago che ripara vecchi giocattoli. Qui Dorotea dovrà affrontare diverse peripezie per incontrare il Grande Oz e chiedergli di tornare a casa, ma il mago, in cambio, le chiederà di distruggere il videogioco  “La strega dell’ovest” e solo l’incontro con una bambola di pezza, una marionetta di legno ed un soldatino di stagno, renderà possibile il suo ritorno a casa e l’avverarsi dei sogni dei suoi nuovi amici.

Durata 1 ora circa

tecnica utilizzata teatro d’attore e proiezioni

età consigliata 6-10 anni

spazio scenico minimo largh. mt. 7,  prof. mt.7 (adattabile)

carico elettrico 30 kw adattabile

esigenze quadratura nera, possibilità di appendere teli bianchi di proiezione

esigenze tecniche amplificazione per 4 radiomicrofoni (dove necessari) e lettore cd

montaggio 4 ore

smontaggio 2 ore

Pinocchio cuoco nella tenda di Mangiafuoco

Regia Mario Mascitelli

Adattamento drammaturgico Roberta Gabelli

con Marco Scortichini, Mario Mascitelli e Mario Aroldi

 

“Le favole aiutano a gustarsi la vita assaporandone gli ingredienti…”   V. Propp

Un cuoco, un attore ed una dietista insieme per dar vita ad uno spettacolo divertente e, al tempo stesso istruttivo. Attraverso il gioco del “fare teatro” si condurranno i giovani spettatori ad una ri-scoperta del gusto e del cibo sano.

L’abbinamento della favola con i prodotti tipici del territorio crea un connubio che, da un lato, mira a esaltare il piacere della buona tavola e la qualità dei cibi e, dall’altro, a trasmettere ai bambini i primi rudimenti di un’educazione alimentare grazie alla mediazione “fantastica” della messinscena ma soprattutto attraverso un momento di approfondimento con il pubblico previsto a fine spettacolo.

In collaborazione col Consorzio del Prosciutto di Parma e del Parmigiano-Reggiano.

In fondo “siamo quello che mangiamo”

Durata 1 ora circa

tecnica utilizzata teatro d’attore e burattini

età consigliata 4-7 anni

spazio scenico minimo largh. mt. 7,  prof. mt.7             

carico elettrico minimo 3 kw

esigenze quadratura nera                        

esigenze tecniche lettore cd

montaggio 4 ore

smontaggio 2 ore

Pollicino

POLLICINO (O POLLICIONE?)

Testo e regia Mario Mascitelli

con Mario Aroldi, Gabriella Carrozza/Martina Vissani e Mario Mascitelli

costumi Federica Scalari – musiche Guido Ponzini e Miryam Scala

 

Esistono varie versioni di questa favola, dai F.lli Grimm a Perrault, così come sono molti nomi  che vengono dati al protagonista (Pollicino, Buchettino, Tredicino ecc…). In questa nostra versione, estratta dal testo di Perrault, il nostro protagonista non è in realtà così piccolo, anzi, è talmente grande e grosso da meritarsi l’appellativo di “Pollicione”. Abbiamo, infatti, voluto realizzare uno spettacolo che spiegasse ai bambini, e non solo, che una non corretta alimentazione può non solo danneggiare il nostro fisico ma anche procurarci qualche problema nella vita di tutti i giorni. Il nostro Pollicione non ha sei fratelli ma mangia per sette ed è questa la ragione che porterà i genitori a decidere di abbandonarlo. Pollicione rimarrà quel furbastro scaltro che l’autore della favola ci ha sempre presentato ma dovrà, comunque, fare i conti con L’Orco mangia bambini e sua moglie che, in questa versione, si presentano parlando un linguaggio simile alla parlata del celebre Brancaleone da Norcia interpretato magistralmente da Vittorio Gassman nel film di Monicelli. Una scenografia sobria ma d’effetto e dei costumi ricercati, fanno di questo spettacolo un tassello aggiunto al percorso di ricerca che ci vede impegnati, da anni, in allestimenti con forti finalità didattiche e grande attenzione al mondo bambino.

tecnica utilizzata teatro d’attore / età consigliata per tutti

spazio scenico minimo largh. mt. 5,  prof. mt.5  / carico elettrico 3 kw

esigenze quadratura nera  / montaggio 2 ore

smontaggio 1 ora

Re solosoletto

Da Rafael Estrada

IL RE SOLOSOLETTO

adattamento drammaturgico e regia

Mario Mascitelli

con Mario Aroldi e Gabriella Carrozza

PREMIO ANDERSEN 1993

C’era una volta un regno povero, ma così povero che tutti gli abitanti decisero di trasferirsi nel regno vicino. Alla fine, dopo tutte quelle partenze, nel regno rimase una persona sola. Una persona che non poteva andarsene, perché altrimenti il regno avrebbe smesso di essere un regno. Quella persona, naturalmente, era il re: il re Solosoletto. Ma come portare avanti un regno senza l’aiuto di un paggio che lo aiuti a vestirsi, di un cuoco che prepari da mangiare, di un giullare che gli allieti i pomeriggi e di un Comandante delle guardie per dichiarare una guerra e difendersi dai nemici? Il re decide così di diventare anche suddito di se stesso e, cambiandosi continuamente di abito, mantenere la vita di corte così com’era una volta. Ma dopo aver dato feste in onore delle sue altezze “sedie e poltrone” e dichiarato guerra a se stesso attaccando i propri bastioni del castello e correndo subito dopo a difenderli dall’alto, la solitudine resta ancora troppo forte, così il re decide anche di sposarsi… ovviamente con se stesso. Organizza allora una cerimonia sfarzosa in cui unisce in matrimonio se stesso con se stesso. Per fortuna una giovane pastorella entra nel suo regno col gregge ed incontra il re. Dopo una serie di situazioni di trasformismo per onorare l’ospite, il re decide di svelare il suo segreto e chiede in moglie la pastorella. Il regno torna così ad essere un regno vero e, dopo Fiorella la pastorella, altri sudditi pian piano tornano ad abitarlo.

Uno spettacolo divertente in cui gli attori si cimentano in un frenetico trasformismo grazie a un abile uso del linguaggio del corpo.

tecnica utilizzata teatro d’attore, clownerie

età consigliata 4-7 anni

spazio scenico minimo largh. mt. 5,  prof. mt.5

carico elettrico minimo 3 kw

esigenze audio lettore cd e, dove lo spazio lo richiede, un impianto di amplificazione per due radiomicrofoni (nostra dotazione)

montaggio 2 ore (comprensiva di puntamenti luci)

smontaggio 1 ora

Ripostiglio delle fiabe

drammaturgia e regia

Mario Mascitelli

con Mario Aroldi, Martina Vissani e Gabriella Carrozza

Che fine fanno i personaggi delle fiabe quando queste ultime non vengono lette? Cosa penserà Mangiafuoco oltre a voler bruciare Pinocchio nella sua fiaba? In una grotta, che sembra una cella, alcuni personaggi delle fiabe più conosciute, attendono che venga il loro turno e che, nel mondo, qualcuno legga la loro storia. Nel frattempo, ingannano il tempo narrandosi storie ed avventure nuove, sconosciute al pubblico, rivelando personalità diverse da quelle da noi imparate attraverso le parole dei libri.

Cercheranno di fuggire i nostri prigionieri per realizzare i loro veri sogni o aspetteranno in eterno che qualcuno legga la loro storia?

Un racconto sull’amicizia ma soprattutto sulla creatività. La struttura e lo stile classico della fiaba sono rivisti e analizzati per farne emergere gli aspetti più importanti e formativi per i ragazzi. Uno spettacolo per non far dimenticare i personaggi delle fiabe più note che hanno accompagnato, e cresciuto, i bambini di molte generazioni.

tecnica utilizzata teatro d’attore

età consigliata 5 -9 anni

spazio scenico minimo largh. mt. 5,  prof. mt.5

carico elettrico 20 kw

esigenze quadratura nera

montaggio 2 ore

smontaggio 1 ora

Sorellastre e Cenerentola

con Martina Vissani e Gabriella Carrozza

regia Mario Mascitelli

Quando si pensa alla fiaba di Cenerentola, non si può immediatamente non provare quel senso di ingiustizia e di rivincita della protagonista verso i personaggi “cattivi” della storia. Un destino ingrato che le fa perdere prima la madre e poi il padre lasciandola in balia della matrigna cattiva che la tratta come una sguattera. E poi ci sono loro, le sorellastre. Brutte, goffe, ambiziose, gelose, invidiose e che fanno passare a Cenerentola i peggiori giorni della sua vita. Certo, in un primo momento, verrebbe da accusare senza attenuanti le due fanciulle ma…sono davvero così colpevoli? In fondo, loro, non hanno mai avuto agi, non sono mai state belle, non hanno mai avuto un padre e allora, se per una volta capita loro un’occasione per diventare principesse, una sola che non si ripeterà mai, dovrebbero forse farsela sfuggire? Non farebbero di tutto pur di coglierla al volo? Anche tagliarsi le dita dei piedi (com’è nella fiaba originale) pur di entrare in quella scarpetta di cristallo e sposare il principe?

La morale di questo spettacolo è molto chiara: non fermarsi alle apparenze nel giudicare le persone, comprendere il perché di un atteggiamento ostile, fornire una seconda possibilità e l’accettazione del sé anche se si è, o ci si vede, brutti. Al tempo stesso l’incoscienza del male, morale e fisico, che si infligge alla vittima di turno pur di per poter raggiungere il proprio scopo. Uno spettacolo divertente che lascia spazio sia alla magia della favola classica che alla riflessione personale. Adatto ai bambini più piccoli per la sua dinamicità e ai più grandi per la sua morale.

Spiriti di Natale

Da Charles Dickens

drammaturgia e regia

Mario Mascitelli

con Mario Mascitelli, Mario Aroldi, Andrea Scaglioni e Gabriella Carrozza

Da quando il Natale viene festeggiato, non vi è persona al mondo che non si lasci trasportare, nel bene e nel male, dall’aria di festività che si respira nell’aria. Lo festeggiano i poveri con quello che possono, lo festeggiano i ricchi con tutto quello che possono, ma, soprattutto, lo festeggiano i bambini. Vi è però una categoria a cui il Natale fa venire un brivido lungo la schiena: la categoria degli avari. Costoro vedono nelle festività Natalizie la seria possibilità di dover spendere denaro extra per regali e cibi prelibati. Inorriditi da questa disgrazia, non comprendono di come la gente povera spenda ciò che può per una festa, ritrovandosi ancora più poveri il giorno dopo. “Sciocchezze!” continua a ripetere il tirchio Mister Scrooge a tutti quelli che vogliono coinvolgerlo nei festeggiamenti e, cercando di far passare il Natale il più velocemente possibile, si isola da tutti. Ma la notte della Vigilia riceve la visita del suo vecchio socio in affari Marley che lo ammonisce per la sua vita fatta solo di denaro e gli consiglia di onorare il Natale se non vuole vagare, come lui, in eterno trascinandosi pesanti catene. Per aiutarlo a comprendere, quella notte stessa, riceverà la vista di tre fantasmi: lo spirito dei Natali passati, quello dei Natali presenti e quello dei Natali futuri. Questi contatti lo porteranno a capire l’importanza nell’essere generoso col prossimo e di come, nella vita, si raccolga sempre ciò che si semina.

Un racconto per scoprire l’altruismo e la generosità senza secondi fini. Una storia che, oltre ad appassionare i ragazzi, narra gli usi e le tradizioni di altri popoli durante la festività del Santo Natale con costumi e piatti tipici dell’Inghilterra ottocentesca.

tecnica utilizzata teatro d’attore

età consigliata 6 -11 anni

spazio scenico minimo largh. mt. 5,  prof. mt.5

carico elettrico 20 kw

esigenze quadratura nera

montaggio 2 ore

smontaggio 1 ora

Tom Sawyer

Marc Twain

drammaturgia e regia: Mario Mascitelli

con Mario Mascitelli, Mario Aroldi e Massimo Boschi

“Benché questo libro sia stato concepito soprattutto per il divertimento di ragazzi e ragazze, spero non verrà disdegnato da uomini e donne per tal motivo:giacché parte del mio intento è stato di ricordare agli adulti ciò che essi furono.” M.Twain

Tom è un ragazzo.

Tom è un ragazzo vivace.

Tom è un ragazzo vivace in affido.

Tom ne combina di tutti i colori spesso volontariamente e spesso no, ma non importa, sarà sempre lui a pagare per tutti. Lui che viene additato come “un poco di buono” e che frequenta gentaccia poco raccomandabile come Huckleberry Finn, alla fine si prenderà le sue rivincite in una società che, già da allora, dava più importanza al danaro ed alla “posizione sociale” che al valore vero della vita. Ma abbiamo detto che Tom Sawyer è in affido alla Zia Polly che lo tratta severamente preferendogli il fratellastro Sid, vero esempio di bravo bambino e canaglia spiona allo stesso tempo. Tom si innamorerà, fuggirà di casa, lotterà per la sua vita ed alla fine diventerà ricco trovando un tesoro. Tom conduce e realizza una vita che a tutti noi, bambini e adulti, vorremmo si capitasse.

Lo spettacolo prevede poche cose: due sedie, un tavolo, una spada di legno, qualche cappello e…tre operai in pausa pranzo che si chiedono del valore dell’amicizia e di come si viveva bene, all’aperto, un tempo rispetto allo smog e alla puzza di fabbrica che si respira nei giorni nostri. Ecco allora che uno dei tre decide di raccontare le avventure di Tom Sawyer e dei suoi amici dando vita ad una rappresentazione di metateatro che coinvolgerà tutti nella messa in scena dei personaggi interpretandone tutti i ruoli. Alla fine suonerà di nuovo la sirena e bisognerà tornare al lavoro ma con la promessa, il giorno dopo, di raccontarsi un’altra storia.

età consigliata 8-14 anni

spazio scenico minimo largh. mt. 5,  prof. mt.5

carico elettrico 10 kw adattabile

esigenze quadratura nera

montaggio 2 ore

smontaggio 1 ore

Babbo Natale e la Befana

(vanno in TV)

con Mario Aroldi e Gabriella Carrozza

testo e regia mario Mascitelli

assistente alla regia Silvia Santospirito

Le feste si avvicinano e in tutte le case ci si prepara ad accoglierli. Di chi stiamo parlando? Ma di loro! I due personaggi più amati dai bambini: Babbo Natale e la Befana. Chi di loro due è il preferito? Una domanda che i due protagonisti probabilmente neanche si pongono, presi come sono a soddisfare le innumerevoli richieste da parte dei bambini, ma se si mettessero a confronto? Cosa accadrebbe se entrambi fossero coinvolti in un’avventura che li costringesse a incontrarsi e a misurare la loro popolarità? I due, invitati con un trabocchetto ad una trasmissione televisiva, restano intrappolati nello studio e saranno costretti a cavarsela da soli, aiutandosi l’un l’altro, per non arrivare in ritardo all’appuntamento con i bambini di tutto il mondo salvando così il Natale  e l’Epifania.

Lo spettacolo è adatto a tutti e affronta le festività dal punto di vista del mondo bambino. Le fascinazioni e le emozioni del periodo di festa vengono conservate con l’entusiasmo che si respira in questi periodi speciali preservando e rispettando il credo di ognuno.

tecnica utilizzata teatro d’attore 

età consigliata dai 3 anni

spazio scenico minimo largh. mt. 5,  prof. mt.5       

carico elettrico minimo 3 kw

esigenze quadratura nera  dove possibile

montaggio 1 ora

smontaggio 1 ora

Che fine ha fatto Babbo Natale?

di Mario Mascitelli

con Mario Aroldi/Stefania Maceri e Martina Manzini

Un altro Natale si avvicina e si torna a parlare di chi? Ma di lui ovviamente, di Babbo Natale che prreso dagli ultimi preparativi starà completando i pacchi regalo con l’aiuto dei suoi amici elfi e in particolare di Alabastro Palladineve che coordina tutti gli altri elfi per la costruzione dei giocattoli, la pulizie delle renne, gli addobbi della slitta ecc..
Ma un giorno la sedia di Babbo Natale viene ritrovata vuota e di lui non vi è traccia. Gli elfi lo cercano dappertutto ma non ne trovano nemmeno le tracce quando Alabastro decide di chiamare Jones l’investigatore del tempo che con i suoi strani marchingegni risolverà il mistero.

Un modo per far conoscere le tradizioni (anche quelle pagane antecedenti Santa Claus), il valore del dono, della cooperazione, della felicità e di come far spuntare un sorriso almeno un giorno all’anno.

tecnica utilizzata teatro d’attore    

età consigliata dai 3 anni

spazio scenico minimo largh. mt. 5,  prof. mt.5        

carico elettrico 3 kw

esigenze quadratura nera                  

montaggio 2 ore

smontaggio 1 ora

Gigante-egoista

di e con Mario Mascitelli

Di giganti cattivi se n’è spesso raccontato nelle fiabe per bambini ma…. di giganti egoisti?? Questa è una bella novità! Tratto dall’omonimo racconto di Oscar Wilde, “Il Gigante egoista” vuole indagare con un linguaggio semplice e immediato, di delicata fascinazione poetica, adatto anche ai più piccini, il tema della relazione, dell’amicizia e della necessità di aprirsi all’altro per conoscere e scoprire la bellezza della condivisione. Così il giardino della casa del gigante dove i bimbi vorrebbero giocare liberamente perché gli altri spazi sono ormai diventati troppo pericolosi o sporchi, rappresenta il luogo ideale dove spunta un caldo sole primaverile, quando la gioia di vivere dei bambini vi fa irruzione, ma che si ricopre improvvisamente di gelo e neve, quando il gigante decide di cacciare i piccoli invasori. Ma c’è un bambino speciale ad attenderlo sotto un albero pieno di germogli che non vuole cedere al freddo dell’inverno….un bambino che saprà insegnargli ad amare il prossimo e ad essere più generoso. Del resto, sarebbe troppo triste invecchiare così, nella totale solitudine, senza un amico e un po’ di allegria! In che modo questo insolito gigante riuscirà a capirlo? Be’, non sarà facile (zuccone ed egoista com’è!) ma tra un albero di scarpe e cappelli e un altro di libri e chiavi, con gli uccellini che reclamano un pezzetto di pane per poter tornare a cantare, può davvero accadere la magia più grande: che il cuore ghiacciato di un gigante triste e solo, si sciolga al calore dei sorrisi di tanti bambini.

tecnica utilizzata teatro d’attore e teatro d’ombre 

età consigliata dai 3 anni

spazio scenico minimo largh. mt. 5,  prof. mt.5        

carico elettrico 3 kw

esigenze quadratura nera                  

montaggio 2 ore

smontaggio 1 ora

I vestiti nuovi

Da “Rosencrantz e Guildestern sono morti” di T. Stoppard, da “Amleto” di W. Shakespeare e da “I vestiti nuovi dell’imperatore” di H.C. Handersen

con Mario Aroldi e Mario Mascitelli

testo e regia Mario Mascitelli

Assistente alla regia Silvia Nisci

Udite! Udite! Il principe Amleto è triste ! Vaga per il castello di Elsinore vestito di nero, sempre con un teschio in mano e nulla pare lo interessi e lo rallegri ! Chi si può chiamare per tentare di risollevargli l’umore ? Ma Rosencrantz e Guildenstern, ovviamente ! “E chi sono costoro ?”, direte voi. Due imbroglioni (anche se loro preferiscono definirsi “trasformatori di verità”) che, forse al castello non ci arriveranno mai, persi come sono nel loro continuo gioco “a testa e croce” per inventare qualcosa di spiritoso e geniale (spacciarsi per sarti prestigiosi !), ma nel corso del viaggio che là dovrebbe condurli sapranno sicuramente divertire il pubblico presente. Grande comicità, quindi, ma strizzando l’occhio all’opera di Shakespeare, alla commedia di Tom Stoppard “Rosencrantz e Guildestern sono morti” e senza dimenticare la fiaba di Hans Christian Andersen “I vestiti nuovi dell’imperatore” da cui trae spunto e non solo per il titolo. Barzellette ? Canzoni ? Uno spettacolo teatrale ? E se bastasse una carriola ? Venite a scoprire cosa inventeranno questi furbacchioni per allietare il principe. E voi spettatori.

Promo:  https://youtu.be/hXvYMVT8V1Q

La bella addormentata

con Mario Aroldi, Chiara Casoli e Gabriella Carrozza

testo e regia Mario Mascitelli

assistente alla regia Silvia Santospirito

adattamento scene e costumi Antonella Mascitelli

Una delle favole più conosciute al mondo riscritta in chiave ironica attraverso una messinscena che da anni contraddistingue lo stile del Teatro del Cerchio. Seguendo la trama della fiaba originale, la riscrittura tende a sottolineare l’irreale esistenza del cosiddetto “principe azzurro” in una sorta di rivincita dei “nerd” e cioè di quelli che abitualmente non ricoprono ruoli da protagonisti nella vita di tutti i giorni. Ecco allora che sarà il principe Filippo Filippo Filippo (proprio con tre nomi uguali) del regno di Nerd (appunto) a salvare la principessa dal lungo sonno causato dalla strega cattiva. Anche in questo caso, non senza l’aiuto delle fatine (anche con la barba) che con le loro magie daranno filo da torcere alla loro collega maligna.

Lo spettacolo è adatto a tutti e sviluppa la fiaba mantenendo la trama classica pur se attualizzata nel contenuto. Obiettivo morale resta quello di credere in se stessi e che la malvagità può essere sconfitta dall’innocenza. Ma anche, al tempo stesso, il rispetto delle tradizioni accompagnate da una iperprotettività che non può in nessun caso assicurare la felicità ai nostri figli quando saranno grandi. Meglio quindi affidarsi alle persone e collaborare per la riuscita di un’impresa.

tecnica utilizzata teatro d’attore 

età consigliata dai 3 anni

spazio scenico minimo largh. mt. 5,  prof. mt.5        

carico elettrico minimo 3 kw

esigenze quadratura nera  dove possibile

montaggio 1 ore

smontaggio 1 ora

Le tre porcelline

Testo e Regia Mario Mascitelli

Con Loredana Scianna, Stefania Maceri, Anna Lisa Cornelli e Chiara Casoli

La favola dei tre porcellini è uno di quei classici utili all’istruzione morale dei bambini verso i pericoli che li circondano e che potrebbero incontrare. Da sempre il lupo, infatti, rappresenta il pericolo per eccellenza, l’inganno, la menzogna, qualcuno insomma di cui non fidarsi tenendosene ben lontano.

La domanda oggi è: le favole classiche possono ancora esprimere una morale adeguata alle paure e ai pericoli contemporanei? Noi crediamo di sì e non solo abbiamo deciso di prendere spunto da questa favola, ma l’abbiamo anche riscritta in chiave contemporanea e con tematiche di estrema attualità. Non più dunque tre porcellini avviati verso l’età adulta, ma tre sorelline alle prese con le problematiche che l’essere bambine prima e ragazze poi può implicare. Lo stesso lupo è stato sostituito da una lupa (zoppa) che a causa della sua disabilità non è mai riuscita a catturare un solo animale e che per questo è diventata la “bulla” della scuola mettendo a tacere chiunque la prenda in giro.

L’incontro tra questi personaggi, pur mantenendo la struttura della favola classica, permetterà ai bambini di comprendere quali possano essere i pericoli quotidiani e allo stesso tempo come il pregiudizio possa portare a non integrarsi e a non accettare chi è “diverso” precludendogli una seconda possibilità e di conseguenza un recupero da parte della comunità.

tecnica utilizzata teatro d’attore                        

età consigliata dai 3 anni

carico elettrico 3 kw

esigenze quadratura nera                 

montaggio 2 ore                                      

smontaggio 1 ora

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