resolosoletto

IL RE SOLO SOLETTO

Premio Andersen 1993

C’era una volta un regno povero, ma così povero che tutti gli abitanti decisero di trasferirsi nel regno vicino. Alla fine, dopo tutte quelle partenze, nel regno rimase una persona sola. Una persona che non poteva andarsene, perché altrimenti il regno avrebbe smesso di essere un regno. Quella persona, naturalmente, era il re: il re Solosoletto.

Ma come portare avanti un regno senza l’aiuto di un paggio che lo aiuti a vestirsi, di un cuoco che prepari da mangiare, di un giullare che gli allieti i pomeriggi e di un Comandante delle guardie per dichiarare una guerra e difendersi dai nemici? Il re decide così di diventare anche suddito di se stesso e, cambiandosi continuamente di abito, mantenere la vita di corte così com’era una volta. Ma dopo aver dato feste in onore delle sue altezze “sedie e poltrone” e dichiarato guerra a se stesso attaccando i propri bastioni del castello e correndo subito dopo a difenderli dall’alto, la solitudine resta ancora troppo forte, così il re decide anche di sposarsi… ovviamente con se stesso.

Organizza allora una cerimonia sfarzosa in cui unisce in matrimonio se stesso con se stesso. Per fortuna una giovane pastorella entra nel suo regno col gregge ed incontra il re. Dopo una serie di situazioni di trasformismo per onorare l’ospite, il re decide di svelare il suo segreto e chiede in moglie la pastorella. Il regno torna così ad essere un regno vero e, dopo Fiorella la pastorella, altri sudditi pian piano tornano ad abitarlo.

Uno spettacolo divertente in cui gli attori si cimentano in un frenetico trasformismo grazie a un abile uso del linguaggio del corpo.

Crediti

adattamento drammaturgico e regia

Mario Mascitelli

 

con

Mario Aroldi e Gabriella Carrozza

What we did

 

 

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