L’uomo, la bestia e la virtù
Con questo testo Pirandello sembra voler porre il proprio teatro su di un duplice piano: quello della commedia più indiavolata ed oppressiva, e quello “dell’apologo” morale, della favola tendente a rappresentare simbolicamente tipi e momenti eterni dell’agire umano.
Il titolo riassume in se stesso proprio tre aspetti più generali, tre modelli morali come: l’uomo, che è il Professor Paolino, la bestia, che è il violento e irascibile Capitano Perella, la virtù che è la remissiva Signora Perella, moglie trascurata del Capitano e amante del Professore.
La messa in scena è semplice, fedele e spontanea pur mantenendo la complessità dell’opera e dell’autore stesso, maestro dello “spessore” delle parole pronunciate, spesso con sottile ferocia, dai personaggi. Gli attori si presentano “mascherati” da un trucco vistoso e marionettistico e le luci, riportano più ad un concetto di “Futurismo” che di realizzazione teatrale. I costumi sono ricercati così come la scenografia, essenziale e precisa, che ben supporta la messa in scena. I toni sono brillanti e mai noiosi, sottili ed ironici come solo Pirandello sapeva fare. Il pubblico torna a casa soddisfatto, felice, appagato. Il commento più significativo di un nostro spettatore: “Pirandello vi avrebbe battuto le mani”.
Crediti
regia
Antonio Zanoletti
con
Mario Mascitelli, Gabriella Carrozza, Mario Aroldi, Damiano Camarda, Martina Vissani, Anna Lisa Cornelli, Manuel Amadasi, Simone Baroni, Massimo Boschi e la partecipazione del piccolo Riccardo
luci e attrezzerie
Martino Pederzolli
What we did