La Bambola e la Putana (VM18)

RASSEGNA VM18

di Vittorino Andreoli
diretto e interpretato da Isabella Caserta e Francesco Laruffa

Due atti unici scritti dallo psichiatra veronese Vittorino Andreoli accomunati dalla tematica sessuale che affrontano il tema della violenza sulle donne.

Andreoli, con il linguaggio scarno e diretto della quotidianità, non edulcorato, drammatico e ironico, che squarcia il velo di perbenismo ipocrita sotto il quale l’uomo ama nascondersi, ci conduce in un mondo dove ogni cosa è rappresentata per quello che è e all’estremo (sesso, sentimenti, violenza e passioni) per rivelarci le pulsioni dell’uomo, i suoi desideri più proibiti e segreti. Teatro di parola che squarcia e scopre l’io recondito, che lo svela nella sua crudezza per cercare di capire il disagio, la malattia, la realtà.

La bambola” racconta di un uomo (potrebbe essere il vicino della porta accanto) e le sue ossessioni. Andreoli, profondo conoscitore della mente umana, sviluppa in maniera insolita il tema della violenza sulle donne, indaga nella mente del maschio e racconta cosa avviene nella testa di quest’uomo. “Hai le scarpe che ho scelto. Tu non puoi cambiare idea. Tu sei mia. Mia per sempre. Tu pensi quello che io penso. Tu vuoi quello che io voglio.”

La putana”: confessioni tra il divertente e l’amaro di una donna che, con un linguaggio popolare e senza filtri, parla al pubblico della sua vita, dei suoi desideri e della cruda realtà del suo quotidiano. Con un passato di abusi che lei in qualche modo giustifica, accetta con pragmatica rassegnazione l’ineluttabilità del suo destino e del suo “mestiere” che racconta in modo schietto, sincero e con disinvoltura, celando l’amarezza che però in alcuni momenti emerge. Spaccato sociale che ci mostra un mondo che non è lontano come si potrebbe pensare, ma che spesso si preferisce non vedere o tenere nascosto.

 

Estratto stampa

“Ne ‘La bambola’ Francesco Laruffa interpreta un uomo qualsiasi, l’uomo che tutte le mattine prende la metropolitana per recarsi a lavoro ma che, tra le mura domestiche, si trasforma e dà sfogo a tutte le pulsioni sessuali tipiche del maschio violento. Grazie al testo originale di Vittorino Andreoli viene rappresentata con crudezza e con un linguaggio senza mezzi termini, la mente del maschio carnefice. La bambola non è altro che la metafora della donna oggetto… Francesco Laruffa riesce a trascinare lo spettatore nel turbinio di emozioni contrastanti del maschio padrone e schiavo di un sentimento che non comprende… Per lui l’amore non esiste, è solo una bugia, esiste solo il tradimento. L’attore domina la scena con i suoi dialoghi-monologhi con la bambola (una Isabella Caserta perfetta in un ruolo che sembra facile ma nella realtà non lo è). Le pause e i movimenti muti in scena sono equilibrati e altamente evocativi… Il secondo atto è affrontato da Isabella Caserta con leggerezza ed allegria ma senza perdere di vista il sottile filo rosso della serata, ovvero la donna che subisce o, in questo caso, ha subito, tanto da segnare il suo presente ed il suo futuro. Un marchio indelebile. Isabella Caserta è un’attrice straordinaria, cattura il pubblico, si muove tra di esso e ti trascina nella vita del suo personaggio… da non perdere.” (Alessio Capponi “Unfolding” 11/11/2015)

“Il tema della violenza sulle donne viene affrontato in maniera insolita, attraverso il rapporto surreale tra un uomo e una bambola… La lucida follia interpreta da Francesco Laruffa sulla scena ci fa sentire come logica la conseguente soppressione dell’oggetto: ‘La tua morte è necessaria perché io possa vivere’. E così veniamo lasciati soli, soli con noi stessi, nell’abisso del nostro io… Ana, ‘la putana’ fa il suo ingresso riportando in scena la vita. Personaggio che sembra cucito addosso a Isabella Caserta, che non solo ne esalta le doti interpretative, ma ne mette in luce il grande spessore umano, emotivo, l’empatia che le è propria. Sono le confessioni, le riflessioni di una donna, che con lucida rassegnazione e disinvolta ironia ha accettato il proprio destino…Questo secondo, crudo spaccato sociale, toglie il velo ad una delle tante realtà scomode, quelle che si preferisce tenere nascoste, quelle da non vedere, da non raccontare. Un’opera di forte impatto emotivo, sintesi perfetta e agghiacciante di un mondo dominato dalla triade sesso, soldi e sangue, dove l’approvazione sociale passa attraverso la negazione della fragilità umana. Applausi scroscianti, liberatori, da parte del numerosissimo pubblico accorso al debutto di questa nuova produzione del Teatro Scientifico, che da sempre si distingue per la capacità di restituire la parola a chi di voce non ne ha.” (C. Inguanta “Radio Popolare” 18 ottobre 2014)

“La vicenda descritta da Andreoli è molto borderline e gioca, come la regia del resto, sulla presunta normalità con cui una personalità alterata entra in relazione con una bambola, che diventa fulcro dei suoi affetti morbosi, fino all’assurdo della gelosia… I due protagonisti sono alle prese con una disperata solitudine, cui non riescono a porre rimedio confrontandosi con altri esseri umani, abdicando a favore dell’inanimato… La stasi dell’attrice, con la sua umana carnalità che vuole sembrare falsa, ma che comunica una verità concreta, contrapposta alla progressiva escalation di violenza mentale e persino fisica dell’uomo, arriva davvero in più di un momento a far stringere lo stomaco allo spettatore, a farlo sobbalzare… E tutto questo sotto l’incalzare del loop degli archi e dei fiati di ‘Time Lapse’… porta gli spettatori in un incubo doloroso assai raro e in alcune immagini indelebile… E’ un teatro che si fa finzione con la verità e verità con la finzione, per una piéce che termina con questa personalità disturbata che esce di scena, lasciando il sospetto che potrebbe rientrare per cena in una qualsiasi delle nostre case. E qui in verità siamo scossi. Serve tutta la leggerezza e il sorriso di Isabella Caserta a coinvolgere il pubblico in un secondo tempo di sapore radicalmente diverso. L’incedere ironico con cui l’attrice abbatte in un colpo solo la quarta parete coinvolge il pubblico e lo porta su un viale di perferia, dove assistiamo alle confessioni di una puttana. Il codice è quasi da commedia dell’arte, con una prosa dialettale veneta che l’interprete porge quasi portandosi di sedia in sedia, coinvolgendo gli spettatori in una sorta di seduta psicanalitica postribolare…’La putana’ è un Pierrot di strada… che rientra nei camerini quasi preceduta dagli applausi del pubblico…” (Renzo Francabandera “Krapp’s last Post” 11 marzo 2016)

“La bambola e la putana: a teatro l’audacia della sessualità… In un dialogo a voce singola, l’uomo ci rende partecipi della sua pallida esistenza, fatta di un lavoro d’ufficio, un matrimonio fallito e una frustrazione sessuale dettata da una solitudine che lo attanaglia fino alla nevrosi… Ma la donna in carne e ossa non può essere posseduta appieno, dunque la si mercifica, rendendola oggetto inerme. Lo spazio della sala si fa subito cupo, claustrofobico, ossessivo, la camera bunker delle pulsioni umane di un essere in crisi, accentuato dalla ripetizione a loop del motivo sonoro sempre presente. Attraverso la bambola, il maschio ha finalmente il pieno controllo sulla controparte femminile, non più un entità da temere, ma oggetto da possedere senza tabù… Nel secondo atto la bambola prende vita, incarnandosi in una prostituta di nome Ana (Isabella Caserta). L’atmosfera cupa lascia il posto a una più leggera. Tutto ciò che fino a quel momento è rimasto fuori, entra con prepotenza, a cominciare dai rumori della strada di clacson e macchine che sfrecciano. Questa volta, la confessione si fa più ravvicinata e toccante. Ana è una donna rassegnata, con un passato difficile, un futuro già scritto e un mestiere fatto per sopravvivenza. Del suo mondo Ana si sente la regina, una sorta di dea consolatrice delle sofferenze di ogni tipo di uomo. In entrambi i casi l’esperimento drammaturgico della confessione lascia il posto a una discussione struggente sulla solitudine dell’uomo… esperimento audace che pone lo spettatore a contatto con l’aspetto più crudo della sessualità… Due monologhi solitari ma congiunti che svelano la doppia faccia dell’oggettificazione del corpo femminile… Da una produzione del Teatro Scientifico, realtà teatrale contemporanea audace, ‘La bambola e la putana’ di Isabella Caserta e Francesco Laruffa, anche splendidi interpreti, sarà ancora in scena al Teatro dell’Orologio di Roma fino al 15 novembre. Un appuntamento da non perdere.” (Angela Santomassimo “Noteverticali.it” 12/XI/2015)

“Vittorino Andreoli, psichiatra e neurologo, nonché scrittore è nato a Verona, il Teatro Scientifico ha sede ed opera in Verona da anni; prima o poi doveva scoccare la scintilla fra questi due poli apparentemente opposti ma che contrariamente alle aspettative hanno molti punti di contatto. E come fra i due famosi giovani amanti Shakespeariani che hanno trovato in Verona l’occasione di amarsi anche fra Andreoli e il Teatro Scientifico è scoccata la scintilla per dar luogo a quel miracolo unico che si chiama Teatro… Quello che vediamo è come quest’uomo…, attraverso quel pupazzo immobile riesca a trovare la possibilità di liberare con altrettanta violenza tutte le sue frustrazioni e vessazioni … Ricorda molto questo episodio le atmosfere e gli umori cari a Marco Ferreri … L’altra faccia della medaglia invece è rappresentata da La Putana, in un curioso e divertente dialetto veneto che allude ed omaggia a un altro padoan, il grande e immenso e mai troppo ricordato Ruzante… Un bellissimo piccolo gioiello di drammaturgia poetica… Francesco Laruffa nevrotico e a tratti passionale, tra scatti d’ira e delicati abbandoni disegna l’Uomo con grande sensibilità… Isabella Caserta, che senza scomodare la Biomeccamica di Mejerchol’d, impassibile e inespressiva nel volto e nel corpo, è una bambola che si lascia modellare docilmente nelle mani del suo violentatore, e come Puta è davvero esilarante e spassosa mostrando una padronanza scenica che va ben oltre una semplice interpretazione.” (Mario Di Calo “Female WOR(L)D” 14/11/2015)

“Il teatro è teatro se e solo se, una volta usciti dalla sala, si sente ancora il bisogno di parlarne ancora. Ecco, dello spettacolo ‘La bambola e la Putana’, testo di Vittorino Andreoli, se ne può parlare per ore… Una personalità depressa, borderline, maturata dentro lo spazio di una mentalità schizoide che preferisce la scintillante alterità di una dea di formalina piuttosto che il rischio vero di una vita vera. Un personaggio perfettamente realizzato da Francesco Laruffa… Ne ‘La putana’ si sorride sardonicamente… Bella e brava è stata Isabella Caserta, provocante, mai volgare, donna di mondo ma di demi-monde, perfetta dama orizzontale che non cade nel triviale…” (Leonardo Rossi “B in Rome” 16/11/2015)

“Un’indagine nella psiche tra sesso violento e amore impossibile. La ricerca sensibile di un Teatro di parola si cala nei meandri dell’inconscio profondo, in due atti unici affidati all’interpretazione viscerale di Francesco Laruffa e Isabella Caserta, dal testo di Vittorino Andreoli, che scava nella mente di una società malata, salita sul palco direttamente dal lettino del noto psichiatra veronese…il turbine progressivo di eccitazione e violenza ha inizio: sul corpo immacolato, inerme, ma irresistibile della schiava di gomma si scaraventa prima il piacere represso, esasperato, animalesco, poi il dubbio feroce, squarciato nello sguardo sgomento, cieco di gelosia, di chi non è mai stato amato, neanche da quella madre che invoca e maledice. Morboso sovrano del piccolo regno in cui si rifugia, le pareti della casa in cui è braccato, il mostro possiede e distrugge, padrone della bambola, di pochi oggetti e di un divano bianco che si trasformerà nel calvario di un’atroce solitudine. Il secondo atto è dedicato a ‘La putana’, titolo veronese di una pièce apparentemente allegra, ispirata al mondo popolare, che si rivela in breve un monologo bruciante e complesso. La protagonista compone lucidamente una condizione di degrado, tessendola di racconti e tracce comiche percorse

da un’impietosa umanità, afferrata – nuda e cruda… studio antropologico sugli uomini… Figlia di forme d’amore traviate, lei non sa combatterle e vi si abbandona, spingendo in fondo allo stomaco il vuoto, la malinconia e un amaro disincanto che vende l’anima per cinquanta euro.” (Giulia Sanzone “Recensito” 15/11/2015)

“Lo spettacolo, diretto e interpretato da Isabella Caserta e Francesco Laruffa, ha registrato al debutto il tutto esaurito e ha riscosso un caloroso successo. I due atti unici finora mai rappresentati dello psichiatra veronese Vittorino Andreoli, sono stati coraggiosamente portati in scena dal Teatro Scientifico che ha dato prova di grande capacità umana e artistica nell’affrontare in scena e pubblicamente temi e problematiche di solito celate e che si preferisce/non si deve dire… Isabella Caserta e Francesco Laruffa si sono calati nei loro ruoli dando prova di maestria interpretativa… Uno spettacolo di forte impatto…” (R. “Momento sera” 27 ottobre 2014)

“Applausi per gli strazianti testi di Vittorino Andreoli… due atti unici affidati alla recitazione bruciante, incisiva, da cronaca nera, di Francesco Laruffa e Isabella Caserta che hanno interpretato il ruolo di un uomo deviato e di bambola gonfiabile a grandezza umana… e prostituta veneta…” (M. Pezzani “L’Arena” 19 ottobre 2014)

“Gli spettatori erano talmente tanti che il Teatro Laboratorio all’ex Arsenale non ha potuto ospitarli tutti… Uno spettacolo utile che non crea morbosità nonostante le situazioni sessuali che mostra, commuove e riesce a mettere in evidenza la sacralità dell’essere umano accompagnando lo spettatore oltre la volgarità..” (M. Pezzani “L’Arena” 21 ottobre 2014)

“Sesso e violenza. I tabù spiegati a teatro. Quando Vittorino Andreoli, un paio di decenni fa, mise tutto nero su bianco, c’era ancora chi pensava che, con l’arrivo del Duemila, la gelosia andasse ‘fuori moda’. Qualcosa del secolo passato, insomma, destinata a scadere con l’avvento di una società più ‘emancipata e moderna’. Una scommessa che lo psichiatra veronese non si era sentito di fare, tanto che lo mise nero su bianco. Non solo in saggi scientifici, ma anche in un romanzo, ‘Yono-Cho’… Pochi sanno che quello stesso racconto è diventato un testo teatrale…(scritto dallo stesso Andreoli) mai rappresentato fino ad oggi… ‘Due personaggi-racconta Andreoli- ispirati alla mia esperienza nel campo dell’analisi psicologica… Quello della putana prende in prestito una figura della Verona popolare, l’altro una persona reale che potrebbe essere il vicino di casa’. Una storia che solleva anche il drammatico tema della violenza sulle donne… ‘Uno scritto che continua ad essere attuale sostiene lo psichiatra-la donna, ieri ed oggi è al centro della violenza’.” (D. Orsato “Corriere della sera” 15 ottobre 2014)

“Vittorino Andreoli a teatro con La bambola e La putana… Risultato: un mondo dove ogni cosa è rappresentata per quello che è e all’estremo (sesso, sentimenti, violenza e passioni) con le pulsioni dell’uomo, i suoi desideri più proibiti e segreti. E’ dunque teatro di parola su un ‘io’ nascosto, quando non viene negato, ma che ha qualcosa a che fare con il disagio, la malattia, la realtà. O meglio: con la realtà di una società in stato di disagio e malata.” (“Sentire” 15 ottobre 2014)

“In un magma di sesso, sentimento, violenza e passioni, che rivelano le pulsioni dell’uomo, i suoi desideri più proibiti e segreti, si indaga su temi forti, come la violenza contro le donne, secondo punti di vista inattesi..” ( S. Fra. “La Stampa”26 settembre 2015)

“Meritati applausi per Isabella Caserta e Francesco Laruffa dopo l’intensa interpretazione dei due monologhi La bambola e La putana al Teatro Laboratorio.” (N. Ferrari “Dismappa” 19 0ttobre 2014)

INFO E PRENOTAZIONI

📅 Quando? 21, 22 febbraio e 14, 15 marzo
📍 Dove? Teatro del Cerchio, Via G.G. Belli 6a, Parma
🎟 Prenotazioni e info: 3515337070 | [email protected]
www.teatrodelcerchio.it
 
Biglietto intero: 15,00 €
Over 60: 10,00 €
Carta giovani: 5,00 €
 
Prenotando e pagando il tuo posto in anticipo potrai approfittare dei pacchetti VM18: due spettacoli al prezzo di 15 euro o quattro spettacoli al prezzo di 20 euro.
 
Gli allievi TDC entrano gratis!
Sarà attivo il servizio gratuito di Kinderheim. La prenotazione è obbligatoria.
 
🔥 #VM18 #TeatroSenzaFiltri #SoloPerAdulti

Data

22 Febbraio 2025
Expired!

Ora

9:00 pm - 10:00 pm
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