L'uomo, la bestia, la virtù
"L'uomo, la bestia e la virtù" di Luigi Pirandello
Con questo testo Pirandello sembra voler porre il proprio teatro su di un duplice piano: quello della commedia più indiavolata ed oppressiva, e quello "dell'apologo" morale, della favola tendente a rappresentare simbolicamente tipi e momenti eterni dell'agire umano.
Il titolo riassume in se stesso proprio tre aspetti più generali, tre modelli morali come: l'uomo, che è il Professor Paolino, la bestia, che è il violento e irascibile Capitano Perella, la virtù che è la remissiva Signora Perella, moglie trascurata del Capitano e amante del Professore.
La messa in scena è semplice, fedele e spontanea pur mantenendo la complessità dell’opera e dell’autore stesso, maestro dello “spessore” delle parole pronunciate, spesso con sottile ferocia, dai personaggi. Gli attori si presentano “mascherati” da un trucco vistoso e marionettistico e le luci, riportano più ad un concetto di “Futurismo” che di realizzazione teatrale. I costumi sono ricercati così come la scenografia, essenziale e precisa, che ben supporta la messa in scena. I toni sono brillanti e mai noiosi, sottili ed ironici come solo Pirandello sapeva fare. Il pubblico torna a casa soddisfatto, felice, appagato. Il commento più significativo di un nostro spettatore: “Pirandello vi avrebbe battuto le mani”.
Regia Antonio Zanoletti
Con Mario Mascitelli, Gabriella Carrozza, Mario Aroldi, Damiano Camarda, Martina Vissani, Manuel Amadasi, Massimo Boschi, Anna Lisa Cornelli, Giuseppe Piccione, Simone Baroni e la partecipazione del piccolo Cavazzini Riccardo