Hansel & Gretel
dei Fratelli Grimm
La povertà, l'abbandono, la golosità, la malvagità, la furbizia, l'amore ed il lieto fine. Tutto questo, e molto altro, è presente in questa favola di origine tedesca.
Nella nostra attualizzazione, la povertà diventa quella riconoscibile anche nei giorni nostri, quella in cui ci si trova praticando l'onestà. I bambini sono abbandonati più per dar loro una possibilità migliore di quella che i genitori possono offrire in quel momento che per un egoismo personale. La golosità è più interpretata come ricerca del gusto commerciale (tipo merendine confezionate) che una vera necessità di sfamarsi e la strega diventa quasi un personaggio alla Willy Wonka de "La fabbrica di cioccolato" piuttosto che a quella conosciuta dai cartoni animati.
Non mancheranno, però, le chiavi fondamentali della fiaba classica, quelle in cui i protagonisti, rappresentati dai più piccoli ed indifesi, riusciranno a gabbare i grandi e cattivi (che sempre meno capiscono i bambini) sfidandoli laddove, questi ultimi, si sentono più forti: l'intelligenza e l'esperienza.
Compagnia Teatro del Cerchio
Regia Mario Mascitelli
Con Gabriella Carrozza, Francesca Paterlini e Massimo Boschi