Silvia Gallerano al Cerchio. La nudità e una grande prova d'attrice
Recensione di Mariacristina Maggi per la Gazzetta di Parma
"Un teatro del Cerchio tutto esaurito per lo spettacolo pluripremiato «La merda»: duecento spettatori se ne sono dovuti tornare a casa... e dispiace per loro perché si sono persi davvero una grande occasione. E' infatti una straordinaria prova d'attrice quella che Silvia Gallerano ha regalato ad un pubblico che non smetteva di applaudire: un successo in tutto il mondo che ha travolto anche la nostra città ricordando quanto il teatro, quello vero, possa davvero fare la differenza.
Nuda con il solo microfono, seduta su di un alto sgabello, illuminata da un occhio di bue che non le fa sconti e divorata dalla forza del testo brutale, disperato, umano di Cristian Ceresoli: un affresco del nostro tempo, un flusso di coscienza di una donna -una piccola, dalle cosce troppo grandi- che libera la sua anima fatta di resistenza, umiliazione, dolore, voglia di "farcela" e tutta quella "merda" che è poi la drammatica "società dei consumi" (il vero fascismo) come la definì con lungimiranza Pasolini. In scena, la storia del nostro belpaese, con tanto di Inno di Mameli e camicie rosse garibaldine, attraverso un grido d'aiuto e un'anima messa davvero a nudo in questa patria del "diventare famosi", con una bellezza stereotipata e squallide regole da seguire abituandoci a qualsiasi cosa ("anche se fa schifo") con quel sesso maschile che è la nostra bandiera... Sempre diretta, quasi come uno schiaffo improvviso, anche quando racconta della sua prima esperienza sessuale con un portatore di handicap, stemperando momenti disturbanti con l'ironia (a tratti ricorda Franca Valeri) alternando pugni nello stomaco, fastidio e cattivo gusto a umorismo graffiante, buffo, divertente... e ancora Resistenza resistenza resistenza e un dolore antico, quello del suicidio dell'amato padre, che sembra scandire tutta una vita: un padre che vedeva come un mito e che anziché proteggerla come aveva promesso si butta sotto un treno. E forse "diventare qualcuno" a tutti i costi (magari nel fatuo mondo della tivù, con quel sesso che fa da padrone) è l'unica soluzione per dimostrare che si sbagliava.
Farsa e tragedia alternate come in un vortice per una comicità singhiozzante, arrabbiata, vomitata con un'interprete dalle mille voci, mille sguardi che si alternano generando fortissime tensioni emotive per una "merda d'artista tricolore" (capace di rubare sogni e speranza) che ha lasciato senza parole. Un assolo toccante, geniale, bellissimo; perfetto connubio di (ottima) scrittura e interpretazione. Applausi infiniti a Silvia Gallerano, attrice coraggiosa, di un'intensità commovente, davvero straordinaria. Come poche".
(Mariacristina Maggi, Gazzetta di Parma)