Le Tre Porcelline: uno spunto di riflessione per grandi e piccoli su pregiudizi, bullismo ed accettazione del diverso
Il parere dello spettatore attento: recensione a cura di Agata Saglia
Prendi una fiaba o una favola, rispettane l’essenza, aggiungi qualcosa di nuovo e trasformala in uno spunto di riflessione per grandi e piccoli su temi vivi ed attuali.
Sembra essere questa la ricetta vincente delle produzioni del Teatro del Cerchio per la Stagione Ragazzi, conclusasi domenica 3 marzo 2019, con la rappresentazione “Le Tre Porcelline”.
Diretto da Mario Mascitelli, lo spettacolo si presenta come una versione rivisitata del famoso racconto per bambini “I Tre Porcellini”, che, con l’introduzione di elementi che si discostano dalla tradizione, resta intatto nel suo nucleo tematico originario, ma acquista sfumature e portata educativa più incisive e confacenti ai giorni nostri.
Quella che vediamo prendere forma e corpo sulla scena è, invero, una storia di crescita e maturazione fatta di errori e situazioni da affrontare, che pone però l’accento sui temi del pregiudizio, del bullismo e dell’accettazione del “diverso”, oggetto ricorrente di discussioni e cronache odierne.
Sul palco, tre pannelli di legno da una parte, di bambù dall’altra e una casa in mattoni sullo sfondo, ricreano dapprima efficacemente l’ambiente di una fattoria, rimandando in modo immediato ed inequivocabile alle tre case della fiaba che la maggior parte di noi conosce e che ritroveremo sul finale anche nella proposta di Mascitelli.
Vestite in salopette blu da operaie e maglietta a righe, quasi a ricordare che diventare grandi è un lavoro serio, si muovono tre maialine sorelle, con le loro vicende di bambine curiose ed impazienti di conoscere il mondo con i propri occhi, fedeli però alla raccomandazione del padre di fare attenzione ai lupi che “sono tutti brutti e cattivi”. La lupa che incontriamo qui non è però una lupa come le altre, ma una lupa zoppa dalla nascita, impossibilitata nella cattura di una sola preda a causa della sua disabilità. Diventata una “bulla” per mettere a tacere con la prepotenza le continue prese in giro dei coetanei che deridevano la sua incapacità, vede nelle tre porcelline una possibilità di riscatto inaspettata ed insperata e si lancia così in un goffo tentativo di acciuffare le tre sorelle.
“Io finora ho solo cercato di mangiarvi” dice il lupo alla meno ingenua delle maialine - la stessa che poi costruirà la casa in mattoni - canzonata durante lo svolgersi dell’intera vicenda dalle altre due perché disinteressata ad argomenti frivoli e disimpegnati di tendenza e troppo noiosa nella sua diligenza e nella sua operosità. “Questa è un’ottima occasione per cambiare” gli risponde lei, come a cercare un dialogo solidale tra “diversi”.
È infatti proprio vero che chi vuole il nostro male non cambierà, se noi per primi siamo disposti a modificare il nostro atteggiamento nei suoi confronti? Talvolta un comportamento sgarbato o spavaldo non può essere usato per nascondere le ferite, la sofferenza ed il senso di inadeguatezza di chi lo tiene? E i così detti “secchioni”, tacciati spesso di essere “sfigati” ed eccessivamente seri, non sono forse da prendere come esempio di condotta responsabile di fondo?
Queste sono le domande a cui “Le Tre Porcelline” del Teatro del Cerchio cerca di rispondere, riuscendo a farlo attraverso una chiave di lettura e messinscena divertente ed intelligente.
Puntuali, affiatate e simpaticissime le interpreti, brave a giocare sul palco in un’interpretazione che strappa risate senza scadere nel macchiettistico.
Meritatissimi i tanti applausi finali.