Il Piccolo Principe: una storia di incontri, voli, ricordi e legami che restano.
Il parere dello spettatore attento: recensione a cura di Agata Saglia
Buio. Tre voci, rapide e fugaci ma nette come scoppiettii di legno in un camino acceso, si muovono in tutto lo spazio teatrale con toni e registri differenti. Quasi non si avverte la presenza fisica degli attori che, uno dopo l’altro e senza lasciare attimi al silenzio, ripetono: “Non si vede che col cuore. L’essenziale è invisibile agli occhi… È il tempo che tu hai perduto per la tua rosa che ha fatto la tua rosa così importante”.
Si accendono le luci. Con sorpresa, la scena apre ad una dimensione altra e lontana dalle atmosfere poetiche e sognanti che sarebbe stato banale aspettarsi. Ci si trova in una piazza, o forse sotto ad un tendone circense, dove tre artisti di strada si apprestano a narrare una storia introdotta a colpi di tamburo e frasi in rima.
Comincia in questo modo lo spettacolo “Piccolo Principe”, regia di Matutateatro, tratto dal celebre romanzo di A. de Saint-Exupéry ed inserito nella Stagione Ragazzi del Teatro del Cerchio domenica 10 febbraio.
“Il Piccolo Principe”, pubblicato nel 1943, rimane tuttora uno dei più grandi classici della letteratura per l’infanzia. Capolavoro che affronta tematiche universali, narra l’incontro di un aviatore, voce narrante, con un bambino, il principe dell’Asteroide B 612. Partito dal suo pianeta per un viaggio attraverso il cosmo, il Piccolo Principe si imbatte in una serie personaggi bizzarri, ognuno dei quali racchiude uno dei molti paradossi del mondo adulto, a tratti così strano ed inspiegabile se guardato con gli occhi puri dell’infanzia. Arrivato sulla Terra, il bambino incontra una volpe che gli chiede di addomesticarla, rivelandogli il segreto prezioso dell’amicizia e dell’unicità di ciò di cui ci si prende cura. Il Piccolo Principe decide quindi di tornare al suo pianeta per occuparsi della sua piccola rosa vanitosa e scorbutica, a cui rivolge incessantemente il pensiero, cogliendone il valore nella separazione.
A. de Saint-Exupéry, anch’egli aviatore come il narratore della storia, scomparve in circostanze misteriose durante una missione di guerra il 31 luglio 1944, poco tempo dopo la pubblicazione del suo romanzo. Mai più se ne trovarono le tracce. Scomparve, dissolvendosi nel nulla, in modo simile a ciò che accade nel finale al protagonista del suo capolavoro.
La compagnia Matutateatro ha il merito di restituire una versione teatrale del romanzo che, ad eccezione di qualche limatura, rimane nell’insieme fedele al testo dello scrittore, con l’utilizzo di una chiave narrativa e scenica coinvolgente.
In una cornice di richiami diretti al libro -immancabili sono ad esempio i celebri disegni fatti per il libro dallo stesso autore delle pecore, del cappello che non è un cappello, del boa che mangia un elefante sul fondo della scena- vera protagonista dello spettacolo di Matutateatro è la parola, a cui i bravi Julia Borretti e Titta Ceccano danno corpo, forma e voce, grazie ad un’espressività che riesce a tenere alta l’attenzione anche dei più giovani, nonostante la complessità testuale di alcuni passaggi.
Si fa così la conoscenza dell’aviatore e del Piccolo Principe, ripercorrendo, con quest’ultimo, le tappe di quel viaggio che insegna piccole e grandi verità sul mosaico dell’esistenza umana. I personaggi sono ben definiti e distinti da un solo tratto caratterizzante che li rende immediatamente riconoscibili: un mantello, un cappello, un accento particolare, un’aria sommessa, un tono minaccioso, una postura, un semplice livello di energia.
Elemento imprescindibile di questo spettacolo è infine la musica dal vivo, che si impone come un terzo personaggio e guida i ritmi, i tempi e i registri narrativi, rischiando, talvolta, di essere eccessivamente dominante e coprire il resto della rappresentazione.
Lunghi gli applausi per gli interpreti e per un testo che, come l’amicizia ed i legami profondi qui raccontati, non viene mai superato ma resta nel tempo e nella distanza, anche dopo un saluto, una partenza o una conclusione.